Viene ricordato dagli interisti come uno degli acquisti più deludenti degli ultimi anni, ma anche l’ex, a quanto pare, non ha un bel ricordo del suo passaggio in nerazzurro: non si sentiva a suo agio
In passato Radja Nainggolan ha sempre parlato con rispetto dell’Inter, dichiarandosi dispiaciuto di non aver potuto esprimersi al meglio nei suoi anni a Milano. Non arrivò in piana forma, il Ninja. E la sua avventura in nerazzurro fu condizionata da problemi atletici, vari infortuni e dalle scelte tecniche degli allenatori. Oggi, dopo un po’ di anni, l’ex ha cambiato versione, affermando di non essersi mai sentito a proprio agio all’Inter.
Il centrocampista fu fortemente voluto da Luciano Spalletti nell’estate del 2018, e così venne acquistato dall’Inter per 38 milioni di euro (nell’ambito dell’operazione, Davide Santon e il promettente Nicolò Zaniolo si trasferiscono in giallorosso) e tesserato con un contratto quadriennale.
Siglò il suo primo goal alla terza partita di campionato, cioè alla sua prima presenza ufficiale: la vittoria per 3-0 sul campo del Bologna. Una buona partenza, dunque. Ma a Milano si accorsero subito che qualcosa non andava. Il girone d’andata del belga fu travagliato per via di ripetuti infortuni. Poi, a fine dicembre, venne escluso dalla squadra per motivi disciplinari. Il 31 gennaio 2019 un suo errore sul dischetto costò all’Inter l’eliminazione dalla Coppa Italia contro Lazio.
Il suo girone di ritorno andò leggermente meglio, anche se l’ex Roma subì altri stop per nuovi problemi fisici. Nel maggio del 2019, nell’ultima giornata di campionato, fu comunque proprio Nainggolan a segnare il goal decisivo nella vittoria per 2-1 contro l’Empoli che consentì ai nerazzurri di qualificarsi alla di Champions.
L’anno seguente fu mandato in prestito al Cagliari, per decisione di Conte, nuovo allenatore nerazzurro, che lo giudicò fisicamente inadeguato a continuare con l’Inter. Nella stagione 2020-21, dopo un’annata di alti e bassi in Sardegna, tornò a Milano, dove riuscì a entrare in campo soltanto quattro volte. Poi, d’inverno, fu di nuovo prestato al Cagliari. E così finì la storia del belga con l’Inter, con una rescissione consensuale.
Radja Nainggolan ha sempre avuto un rapporto particolare con la Roma, squadra in cui ha espresso il meglio del suo repertorio e ha trovavo la relativa soddisfazione esistenziale dal 2014 al 2018. Andò via dalla Capitale per ricongiungersi al mentore Spalletti e perché Monchi, il ds giallorosso, non ne poteva più del suo comportamento sopra le righe.
Nainggolan sa di certo di aver deluso all’Inter, ma, fondamentalmente, non era mai apparso finora rancoroso nei confronti dell’ex squadra. L’altro giorno è però tornato a parlare proprio di Inter nel podcast Caffettino, facendo parecchio clamore con alcune sue colorite parole, che vale la pena riportare senza edulcorazioni.
“La Roma non mi ha più richiamato dopo che sono andato via“, ha confessato il Ninja. “La verità è che la Roma mi ha cambiato la vita: avevo tutto quello che mi serviva per essere felice. Avevo una squadra forte, guadagnavo bene, i tifosi mi adoravano, avevo una città dove potevo divertirvi come dicevo io. E non mi rompervano il c***o, mi dicevano che potevo fare quello che volevo fuori dal campo, basta che poi avrei dato il massimo quando giocavo“.
“A Roma avevo trovato la mia dimensione“, ha continuato Nainggolan. “Poi sono andato all’Inter e mi cagavano il c***o per ogni cosa: dalla società alla gente. Non mi sentivo a mio agio“…
Nainggolan ha poi ricordato di essere stato accolto abbastanza positivamente all’Inter, sia dalla società che dai tifosi, e di aver ben figurato il primo anno (segnò in tutto 7 reti). Poi, con l’addio di Spalletti e il conseguente arrivo di Conte, la musica cambiò.
“Antonio è un grande allenatore, non ho nulla di male da dire contro di lui, non sono il tipo di calciatore che se non gioca più sparla del mister“, ha voluto dichiarre il belga, aggiungendo che il salentino è stato comunque corretto, parlandogli da subito in maniera chiara. “Mi ha detto che non facevo parte del progetto, che ero il sesto centrocampista e che la scelta di rimanere o andare via dall’Inter era la mia“.
“Magari rimanendo sarei potuto diventare anche il primo centrale della sua formazione”, ha concluso con tono amaro Radja.
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