Il club nerazzurro avrebbe ricevuto uno ‘svantaggio’ nel penultimo match di campionato giocato contro il Sassuolo, ecco il motivo svelato dalla direzione arbitrale
L’Inter ha saputo rialzare la testa dopo la batosta rimediata in casa sul terreno di gioco dello Stadio San Siro ad opera del Sassuolo, già espugnatore della Juventus nella sfida precedente.
Quella sconfitta, in ogni caso, ha bruciato parecchio perché capace di interrompere la striscia positiva di cinque successi consecutivi in questo avvio di campionato scoppiettante. Oltretutto, sarebbe stata sollevata una situazione che avrebbe visto Domenico Berardi – autore del ko definitivo dei nerazzurri – protagonista.
Una situazione risalente proprio alla sfida tra Sassuolo e Juventus: in quella circostanza, l’arbitro Colombo aveva tirato fuori il cartellino giallo ai danni del capitano neroverde al 13′ minuto del secondo tempo per un fallo ai danni di Bremer. Decisione poi confermata anche dal VAR dopo la review. Nessuna espulsione, dunque. Di conseguenza, nessuna squalifica da scontare proprio contro l’Inter. Niente Berardi, niente sconfitta. Almeno questo è lo scenario che si sarebbe potuto verificare in una circostanza pur sempre ipotetica e priva di fondamento scientifico, in quanto mai avvenuta.
Senza Berardi l’Inter avrebbe potuto giocarsi meglio le sue chance, Rocchi: “Quel fallo era da rosso”
In ogni caso, quell’episodio ha lasciato perplessa anche la classe arbitrale dirigente con a capo l’espertissimo Gianluca Rocchi. L’ex arbitro, nel corso del suo intervento alla trasmissione ‘Open VAR’ sugli schemi di DAZN ha infatti preso una posizione importante: “Situazione particolare. Per noi quel fallo era da cartellino rosso“.
“A livello di procedura è stato seguito tutto alla perfezione, perché hanno revisionato la scena con tutte le telecamere a disposizione. Del resto valutiamo i VAR assegnati non soltanto per le decisioni che prendono ma anche per come studiano i singoli casi. In quanto arbitri, però, dobbiamo anche essere bravi a capire il pericolo che un giocatore crea nei confronti di un avversario“, ha infine commentato Rocchi. Una spiegazione differente dal metro di giudizio applicato sul campo da Fabbri e Di Martino, assistenti di Colombo.