Steven Zhang avrebbe 127 milioni già pronti da investire nell’Inter: ecco da dove arrivano questi soldi e come potrebbero essere usati
Dopo aver registrato un rosso enorme nella stagione 2020/21 (la cifra negativa ha superato i 245 milioni), l’Inter ha cominciato un processo di risanamento, supportato anche dal prestito firmato con Oaktree. I risultati sembrano incoraggianti: dopo il -140 dell’esercizio 2021-22, il bilancio 2022/23 ha visto la perdita ridursi fino agli 85 milioni.
Non va dimenticato che la società nerazzurra ha a che fare con un significativo indebitamento. Si parla di debiti vicini ai 850 milioni, con una posizione finanziaria netta negativa superiore ai 250 milioni. Per via di questi debiti, l’Inter è costretta a pagare oltre 40 milioni di interessi ogni anno. E c’è poi la scadenza sempre più vicina del prestito Oaktree (quasi 350 milioni da restituire entro maggio 2024).
Proprio analizzando il prestito concesso dal fondo californiano si scopre che Zhang ha ancora 127 milioni da investire: finora ha versato nell’Inter “solo” 148 milioni dei capitali ottenuti da Oaktree.
La stagione 2023/2024 si profila come un’annata decisiva per il futuro dell’Inter. A fine maggio, in un modo o nell’altro, Zhang dovrà cambiare strategia sulla gestione del club. In quel mese, come ormai noto, scade il finanziamento fatto a una società della famiglia Zhang (a Tower Sarl e non all’Inter) di Oaktree, che si somma al bond da 415 milioni con scadenza 2027.
Prestito Oaktree, Zhang ha ancora 127 milioni
Come anticipato, gli interessi passivi gravano sul club per circa 40 milioni all’anno e, inevitabilemte, incidono parecchio sul passivo. Senza finanziamenti, Zhang non avrebbe comunque mai potuto versare 86 milioni nell’ultimo esercizio.
Bisogna poi sottolineare che solo una parte dei 275 milioni arrivati da Oaktree sono stati ammessi da Zhang nelle casse dell’Inter: per la precisione soltanto 148. Che fine hanno fatto i fondi non spesi? Il presidente cinese li conserva, per poter gestire il club nei prossimi anni.
A maggio, a ogni modo, Oaktree batterà cassa. E se Zhang non sarà in grado di ripagare il fondo, gli americani si prenderanno in pegno le azioni del club. L’obiettivo del presidente cinese è quello di rifinanziare il debito. Anche se dovesse riuscirci (proprio con Oaktree o contattando un altro creditore), una simile scelta non cambierebbe le sorti del club: sull’Inter graverebbe ancora un debito da gestire con successi sportivi, cessioni e grandi risultati al botteghino.
La gestione ordinaria del club (ovvero i ricavi operativi al netto dei costi operativi) è in rosso nel 2022-23 di circa 35/40 milioni. Tuttavia, grazie a quanto già incassato in questa stagione (per esempio con la cessione di Onana), l’Inter potrebbe raggiungere il pareggio o addirittura l’utile operativo nel bilancio.
A oggi ci sono già 55 milioni di ricavi in più rispetto al 2023. E in questo senso il presidente cinese dell’Inter ha qualche asso nella manica per le negoziazioni relative al rifinanziamento del debito. Ci sono per esempio i 127 milioni non ancora usati da Zhang. Poi c’è la probabile qualificazione dell’Inter al nuovo Mondiale per Club voluto dalla FIFA nel 2025 negli Stati Uniti.
Conta anche il processo di risanamento con il bilancio più “ordinato”. Infine ci sono i grandi incassi con la sempre maggiore visibilità internazionale ottenuta dalla squadra dopo la finalebdi Champions.
Le intenzioni di Oaktree
Il fondo Oaktree non dovrebbe aver intenzione di diventare proprietario di un club di calcio. Inoltre si vocifera che Zhang avrebbe già inaugurato le trattative per un eventuale rifinanziamento. Secondo alcuni insider i rapporti tra le controparti sarebbero molto positivi.
Nel caso il rifinanziamento avvenisse, bisognerà però capire a quale tasso sarà conclusa l’operazione (attualmente la cedola è al 12%). E poi bisognerà anche capire come potrebbe comportarsi Oaktree di fronte a una vera offerta da 1,3 miliardi.
Se l’Inter viene davvero valutata 1,3 miliardi, e se davvero Investcorp è pronta a versare la cifra, il fondo statunitense potrebbe avere nelle mani per 275 milioni una società che il mercato valuta appunto 1,3 miliardi!