In cinque presenze è giò arrivato a quattro goal e un assist: Issiaka Kamate è un gioiello su cui l’Inter punta moltissimo; può giocare mediano, interno e anche da ala
Da quando mister Chivu lo ha allargato sulla destra il diciannovenne Kamate ha cominciato a rispondere con grandi prestazioni condite da goal, giocate di pura tecnica e corsa. E non a caso, in più di un’occasione, Inzaghi se l’è già portato in panchina con i grandi. Nasce mediano, Kamate, ma sembra capace di adattarsi a qualsiasi posizione di centrocampo e di proporsi anche come esterno d’attacco quando c’è bisogno di cercare il goal a tutti i costi.
Ve lo avevamo già segnato come uno dei nomi da tenere d’occhio per il futuro. Ma pare che il ragazzo abbia voglia di bruciare le tappe. Sembra infatti che abbia tutt’altro passo rispetto ai compagni di Primavera. Ci mette più foga e maggiore attenzione, in tutto quello che fa, anche se talvolta si lascia prendere dal furore e litiga con l’arbitro o commette degli evitabili falli di reazione.
Nato nell’agosto del 2004 a Aulnay-sous-Bois, un Comune francese situato nella regione dell’Ile-de-France, Kamate è entrato a far parte del vivaio dell’Inter dal luglio del 2020. Prima giocava fra i dilettanti in Francia, con i grandi, nell’FC Montfermeil. Già da un annetto è finito sotto l’ala protettiva di Chivu, che lo ha voluto aggregare da sotto-età nell’U-19. La scorsa stagione ha raggiunto 29 presenze in campionato, condite da tre goal e 2 assist.
Veloce, tenace e duttile, Kamate è il mediano d’oro del futuro nerazzurro
Quest’anno il ragazzo ha già superato il suo record di reti. Come mai? Fondamentalmente, perché Chiuvu ha deciso di spostare Kamate dal ruolo di mediano a quello di ala destra. Nell’ultima sfida di campionato, quella contro il Torino, il ragazzo ha firmato una doppietta lampo (nel 4-0 complissivo per i nerazzurri).
Inzaghi, quest’estate, ha chiesto più volte alla dirigenza di procurargli un centrocampista fisico e bravo tecnicamente. Be’, Kamate ha la fisicità adatta per far felice il tecnico piacentino, inoltre sta crescendo tantissimo fisicamente. E non gli manca il fiuto per il goal. Ha personalità: sale in cattedra quando i compagni sbandano o appaiono spaventati ed è sempre puntale e incisivo negli inserimenti.
Sa dribblare e sa anche gestire il pallone, e non si tira indietro quando c’è da improvvisarsi attaccante, trequartista o esterno d’attacco. Il ragazzo è un mancino e preferisce giocare come mediano in un centrocampo a quattro. Ma Chivu lo ha fatto giocare spesso anche come mezzala, magari proprio in prospettiva futura, sapendo cioè cosa serve a Inzaghi.
L’investimento dell’Inter sul giovane francese
Tatticamente deve crescere, ma sembra già più maturo di tutti gli altri suoi compagni. La crescita però deve arrivare soprattutto a livello mentale. E può anche migliorare nella gestione delle due fasi di gioco: ultimamente sembra essere spinto sempre ad attaccare, forse perché ispirato dai goal già messi a segno. E non riesce ancora a controllare la sua potenza (per questo commette spesso falli). Deve trovare maggiore stabilità nella posizione e limitare il suo impeto.
Intanto, quest’estate, l’Inter gli ha prolungato il contratto fino al 2026. L’intenzione sembra quella di farlo crescere senza forzare. Magari, però, già l’anno prossimo potrebbe essere mandato da qualche parte in prestito. Preferibilmente in Italia. Per evitare ciò che è successo con Agoumé: un talento che si è un po’ perso andando a giocare in Francia.
L’altro ragazzo da tenere d’occhio è Quieto. Quieto di nome e di fatto: il giovane sembra l’opporto di Kamate. Il francese è impetuoso e un po’ grezzo, lui delicato ed elegate. Per ora il diciassettenen di origini venezuelane mostra limiti soprattutto fisici: è troppo piccolino di fronte ai compagni, ma tecnicamente sa imporsi.