In attesa di conoscere la versione di Romelu Lukaku sulle ragioni che lo hanno portato a voltare le spalle all’Inter, da Milano si continua a evocare la sua doppia trattativa con Juve e Milan
L’impressione è che Romelu Lukaku, con le mezze parole pronunciate in Belgio pochi giorni fa, abbia voluto scaricare ogni colpa, e far passare quindi il messaggio secondo cui il suo allontanamento da Milano possa essere stato reattivo, cioè una conseguenza a spiacevoli fatti avvenuti all’Inter. Da quel poco che ha detto, a tutti è parso che ce l’avesse con Inzaghi. Volenti o nolenti, i tifosi nerazzurri sono tornati a interrogarsi su quale potrebbe essere la verità taciuta o non ancora nota.
Perché Lukaku, dopo aver giurato amore all’Inter e aver lasciato intendere per un anno intero di non voler far ritorno al Chelsea per continuare in nerazzurro, di colpo, a fine anno ha cambiato idea?
Ciò che è certo è che, col suo comportanto, l’attuale centravanti della Roma ha spiazzato tutti la scorsa estate. Tifosi, compagni di squadra, dirigenti dell’Inter e del Chelsea, e i suoi stessi procuratori (Roc Nation, da cui ora l’attaccante si è separato)… Nessuno sa ancora spiegarsi perché, da un momento all’altro, dopo la finale di Istanbul, Big Rom è voluto sparire dai radar nerazzurri.
Lukaku e la trattativa con Milan e Juve
La notizia filtrata allorquando l’Inter ha scelto di bloccare la trattativa con il Chelsea è che Lukaku si stava nascondendo da Ausilio e Marotta per parlare con altri interlocutori. Era metà luglio, e in quel frangente il rapporto d’amore fra Lukaku e l’Inter si è compromesso per la seconda volta. E se dopo il primo litigio è stato possibile ricucire, ora si prospetta solo astio reciproco.
Lo dimostrano le parole acrimoniose dello stesso Big Rom e lo renderenno manifesto le migliaia di fischietti già pronte ad accoglierlo a Milano per Inter-Roma. Lukaku doveva aspettarselo. Parlare dopo quattro mesi, senza offrire reali giusticazioni ma solo vaghe accuse, ha inasprito gli animi. E per reazione ora ricominciano a circolare delle notizie piuttosto pesanti sul suo conto.
Lukaku parlava con almeno altri due club già da prima della finale di Champions League. Lo scrive anche la Gazzetta dello Sport. Quindi la lettura secondo cui l’attaccante abbia lasciato l’Inter perché offeso dal fatto di non essere stato schierato da Inzaghi in finale reggerebbe fino a un certo punto.
Secondo le notizie che stanno uscendo nelle ultime ore, probabilmente Lukaku stava pensando a portar avanti una trattativa prima col Milan e poi con la Juve anche prima dei derby di Champions e della critica semifinale di Coppa Italia, quando si scontrò con i tifosi juventini.
Milan e Juve, le due squadre che due anni fa finirono in una sua famosa intervista accanto all’avverbio di tempo mai, ripetuto quattro, cinque volte. La finale di Champions non c’entra, o non del tutto. L’attaccante aveva già deciso di lasciare l’Inter a inizio maggio. Legittimo. Ma allora perché fingere di voler rimanere?
La separazione maturata ben prima della finale
Secondo la Gazzetta Lukaku ha cominciato a lamentarsi di Inzaghi, accusandolo di dargli poche possibilità per recuperare dopo l’infortunio, già a inizio 2023. La situazione che è eslosa solo prima della finale di Champions potrebbe quindi essere stata gestita come silenziosa crisi per mesi.
La Gazzetta rivela anche che, a detta di chi in quei giorni frequentava con lui Appiano Gentile, nella settimana di avvicinamento alla finale, Lukaku sembrava poco a suo agio e si impegnava poco, correndo senza la giusta intensità.
Il belga non si è poi presentato al matrimonio dell’amico Dimarco (con cui condivideva persino la società di procura), senza neanche avvertire. Dopo la finale, però, mandava video dei allenamenti in spiaggia ad Ausilio. Lo ha fatto per pochi giorni, perché poi ha cominciato a negarsi.
Oggi Lukaku dice che la cosa che gli ha fatto più male è quella di essere stato accostato a una squadra rivale (cioè la trattativa con la Juventus, più che con il Milan). Lui stesso, però, quando venne fuori la notizia della trattativa con la Juve, a un tifoso in Belgio rispondeva quasi amareggiato o umiliato “Non penso che si farà“, riferito all’affare. “Non penso” è diverso da “Mai, mai, mai, mai“.