Le parole di Lukaku sul disagio avvertito prima della finale in Champions vengono ora interpretate come riferimenti chiave per comprendere le ragioni della rottura con l’Inter
“I primi giorni dopo la finale mi sentivo un po’ a disagio“, ha raccontato Lukaku durante l’ultima conferenza stampa del Belgio. “Se vi dicessi come è andata in estate con l’Inter, farei scioccare tutti…“. Che dire? In tanti erano da mesi in attesa della versione di Big Rom. Ma il belga, oltre a sorridere, coprirsi gli occhi con la manona, accarezzarsi la testa e alludere a fatti sconcertanti non pronunciati, non ha offerto al pubblico molti contenuti da analizzare.
Ciò cui allude, d’istinto, non sembra reggere più di tanto. L’ex Inter sembra aver voglia di giustificarsi dalle tante accuse ricevute quest’estate (gli hanno dato del traditore, dell’avido, del voltafaccia, del machiavellico e dell’uomo di… e in tal senso, molto probabilmente, qui Lukaku ha ragione: è impossibile attribuirgli tutti queste sfaccettature morali). Alla volontà di chiarezza non è ancora seguito tuttavia un vero e proprio chiarimento.
Lukaku insinua, sottintende, ma non dice, non spiega. Nel suo intervento in conferenza stampa si è riferito a menzogne pronunciate a proposito della sua rottura con il club nerazzurro. “Ma la mia mente era spenta per quello che era successo nei giorni precedenti. Ne parlerò più avanti“.
Di cosa parlerà più avanti, Lukaku? Prevedibilmente di una delusione per lui insopportabile. O, al massimo, di uno smacco mal digerito, relativo al fatto di non essere stato scelto come titolare per la partita contro il City, in finale di Champions. Nel corso della stessa intervista, Big Rom ha poi ribadito più volte di aver subìto troppe calunnie, quest’estate…
Finora è stato zitto. Ma al momento giusto, così ha lasciato intendere il belga, interverrà per chiarire la propria posizione rispetto alla spinosa questione, svelando dunque la sua versione dei fatti. Ciò che ha già detto riguardo alla finale di Champions, soprattutto in giustificazione agli errori commessi sotto porta, rimanda comunque a una verità piuttosto evidente: ci dev’essere stata una rottura totale tra Lukaku e Inzaghi prima del match di Istanbul.
Qualcosa, però, non torna. Sappiamo, per esempio, che Simone Inzaghi avrebbe fortemente rivoluto Lukaku quest’anno all’Inter. Quindi lo strappo deve aver avuto conseguenze solo per l’attaccante… C’è chi dice che Lukaku avrebbe voluto essere trattato da stella della squadra, nonostante l’anno difficile, minato da parecchi infortuni, e che le troppe panchine lo avrebbero umiliato. Ed è possibile che sia questa la lettura corretta: la panchina contro il City sarebbe stata interpretata dal belga come un’ultima, imperdonabile offesa al suo ruolo, un reato di lesa maestà.
Le ragioni della rottura fra Inzaghi e Lukaku: c’entra la finale di Istanbul
Lukaku non sopportava il fatto di essere ancora la riserva di Dzeko, nonostante il recupero dall’infortunio. C’è da dire, che nella seconda metà della stagione, specie nel finale, il belga era tornato in forma: segnava e prestava assist, e anche fisicamente stava cominciando a offrire ottime prestazioni.
In questo senso, si sarebbe aspettato di partire titolare contro il City. Di conseguenza, la panchina in finale sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso dopo mesi di contrasti con l’allenatore. Anche Edin Dzeko, ultimamente, ha spiegato che probabilmente Lukaku soffriva la sua presenza. Ed è per questo, ha rivelato il bosnico, che l’Inter non lo ha rinnovato: per dare maggior spazio a Big Rom.
Quando Inzaghi ha scelto Dzeko per la finale, Big Rom è andato fuori di testa. Credeva forse di essersi meritato la maglia da titolare. E quel sentimento contrariato e deluso lo ha accompagnato anche in campo, quando al 10′ della ripresa è stato mandato dentro da Inzaghi. In quello spezzo di partita, il belga ha giocato male, ha “parato” un goal già fatto di Dimarco e ha sbagliato un’occasione facile a porta vuota.
Ciononostante, a fine match ha postato su Instagram un messaggio ai tifosi, in cui si diceva pronto a combattere ancora per l’Inter (“ci riproveremo”), lasciando quindi intendere che la sua volontà era ancora quella di giocare in nerazzurro. Subito dopo quel post, è andato in vacanza, e di fatto è sparito.
Conosciamo la storia: il suo avvocato Ledure tratta con il Milan e con la Juve, e Lukaku spegne il telefono negandosi anche ai compagni di squadra. Di quella situazione ne ha voluto riparlare, parzialmente ora, dal Belgio, quasi quattro mesi dopo.
La reazione della Nord alle parole dell’ex
Non sapremo forse mai cos’è successo davvero in quei giorni che l’attaccante belga ha tirato in ballo. E ogni ricostruzione, per quanto verosimile, lascia il tempo che trova. Ormai Lukaku gioca nella Roma. E ha già deciso di voltare le spalle all’Inter troppe volte. Lo hanno capito meglio di tutti quelli del tifo organizzato nerazzurro. Anche se la loro reazione non sembra delle più lucide e costumate.
🔥La #CurvaNord attacca #Lukaku: “Se hai le palle, vieni a Milano” pic.twitter.com/LWxGylSzk6
— Interlive (@interliveit) October 12, 2023
Intanto vengono fuori anche altri retroscena. C’è chi racconta che nella settimana precedente alla finale di Istanbul, alla ripresa degli allenamenti, il belga possa aver chiesto allo staff tecnico un giorno in più di riposo perché si sentiva affaticato. Ed è di questo affaticamento che probabilmente Inzaghi potrebbe aver tenuto conto quando ha scelto Dzeko dal primo minuto.
Oppure il far entrare Lukaku nel secondo tempo era una solo una condivisibile strategia tattica: difendersi con ordine nel primo tempo e tentare l’assalto nel secondo. Con il centravanti di proprietà del Chelsea ora in forze alla Roma, appunto.
Dopo le parole del grande ex nerazzurro resta solo confusione. Lo testimonia anche la risposta social offerta a caldo da uno dei capi della Curva Nord: “Romelu Lukaku… non ci interessa quello che hai da dire, non ci interessano le tue giustificazioni, non vogliamo minimamente sentire la tua voce! Se hai le palle (dubito) vieni al Meazza. Milano ti aspetta“.