L’aveva promesso, Beppe Marotta: l’estate scorsa, aveva detto che a tempo debito avrebbe spiegato cos’è successo con Skriniar
Siamo evidentemente giunti al momento della resa dei conti. L’amministratore delegato nerazzurro Beppe Marotta ha concesso una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, e tra gli argomenti trattati è saltato fuori anche l’addio di Milan Skriniar, in relazione sia al possibile rinnovo di Lautaro che al rapporto con l’allontanamento di Lukaku. Per gli interisti, fino a ieri, sono stati indecisi sul chi incolpare per la perdita a zero dello slovacco. Fu Skriniar a giocare sporco con l’Inter, promettendo amore per i colori nerazzurri mentre flirtava con il PSG, o fu la dirigenza a proporgli un rinnovo troppo tardi?
Marotta ha spiegato perché e fino a che punto è stato deluso dal comportamento dell’ex interista Milan Skriniar, paragonando più o meno direttamente la scarsa trasparenza espressa dallo slovacco con l’encomiabile attaccamento alla maglia attraverso cui Lautaro mostra giorno dopo giorno di rispettare l’Inter.
Si è parlato ovviamente anche degli obiettivi stagionali del club. Con una mossa abbastanza prevedibile, Marotta ha voluto scaricare l’onere della responsabilità di trionfo ad altri, etichettando come favorita allo Scudetto una rivale. In questo caso la Juventus.
L’ad nerazzurro ha spiegato di aver vinto il suo primo scudetto a Torino con Antonio Conte in panchina, quando la squadra non aveva impegni europei. E proprio quell’esperienza lo spingerebbe a ritenere che poter pianificare la stagione affrontando solo campionato e Coppa Italia è un vantaggio decisivo.
Marotta ha comunque ammesso di voler smarcare l’Inter dal ruolo di squadra favorita anche per eccesso di prudenza e quindi di umiltà. “Se sei all’Inter“, ha dichiarato, “devi essere ambizioso, l’asticella deve essere alta“.
Inter e Scudetto, parla l’ad: “Ci dobbiamo credere“
“Noi ci dobbiamo credere“, ha dunque dichiarato l’ad nerazzurro. Ma come già fatto in passato, Marotta ha voluto sottolineare la differenza fra il credere in un obiettivo e il ritenersi già in partenza i migliori: un atteggiamento arrogante che reputa in ogni senso controproducente.
“La società è molto contenta di lui“, ha poi detto su Inzaghi. “È arrivato all’Inter con una sola esperienza alle spalle da tecnico, nella Lazio. È giovane, rispetto alla media degli allenatori del nostro campionato, dunque può consolidarsi. È diverso dagli altri tecnici che ho avuto in passato, come è giusto che sia: lui è per un calcio aperto, spettacolare, che fa divertire. Poi siamo l’Inter: lo spettacolo deve coniugarsi con le vittorie, altrimenti giocare bene non serve a nulla”.
E parlando di “migliori”, rispetto al possibile, imminente rinnovo di Lautaro, Marotta ha innanzitutto parlato della convenienza di avere in rosa “calciatori fidelizzati“. “Se manca il senso di appartenenza, ha chiarito l’ad, un giocatore non può capire che cosa vuol dire giocare per i colori nerazzurri al Meazza o vincere un derby.
“Il massimo, per una società, è avere un calciatore che rinuncia ad andare in squadre più importanti pur di rimanere legato al suo club“. Ed ecco quindi la prima frecciata di Marotta a Skriniar, cui è seguita una dichiarazione ancora più esplicita.
L’ad avrebbe provato un forte sentimento di delusione quando ha capito che il difensore slovacco non avrebbe rinnovato. “Quando un giocatore non rinnova“, ha continuato Marotta in riferimento a Skriniar, trasferitosi a zero al PSG l’estate scorsa, “non va contro la classe dirigenziale o contro il presidente, ma va proprio contro la storia e il valore del club“.
Marotta contro Skriniar: “Forte delusione“
In questo senso, secondo Marotta, lo slovacco avrebbe fatto un chiaro torto all’Inter, e non a questo o a quel dirigente. “Avrebbe potuto rinnovare, gli abbiamo proposto tante soluzioni del genere“, ha raccontato poi l’amministratore delegato nerazzurro, “anche quella di fissare una clausola rescissoria che tutelasse sia lui sia le esigenze dell’Inter. Ma ha sempre detto no“.
Il discorso di Marotta è chiaro: Skriniar aveva lasciato intendere di essere legato sentimentalmente all’Inter, ma non ha fatto nulla per rispettare il club. Il punto non è trasferirsi in un’altra squadra (sarebbe paradossale da parte di Marotta, noto per i suoi acquisti a zero, criticare un calciatore che sceglie di cambiare casacca), ma farlo mentre si continua a professare amore per la maglia e opponendosi di fatto al bene del club anche laddove sembra possibile venirsi incontro.
Un altro giocatore che ha deluso Marotta è ovviamente Romelu Lukaku. Lo si capisce chiaramente, anche se l’ad sostiene il contrario, cioè che l’argomento non è più di suo interesse. “È il passato, Lukaku è il passato“, ha dichiarato infatti l’intervistato. “Non c’è una componente societaria che ancora pensi a lui. Nessuno, dico nessuno. Poi, da uomo di calcio, sono dinamiche che devi mettere in preventivo, non è mica la prima volta che mi capita“.
🗣@TZilliacus: “Uno stadio tutto nostro sarebbe una grande spinta per il club. Se, da proprietario, punterei sempre su #Inzaghi? È un grande allenatore e a mio avviso sta facendo un grandissimo lavoro” pic.twitter.com/peK95VLWp8
— Interlive (@interliveit) October 19, 2023
E il passato tornerà presto a Milano. Il 29 ottobre, fra meno di dieci giorni, Lukaku potrebbe essere in campo al Meazza con la maglia dell’Inter. Skriniar già ha giocato contro gli ex compagni in amichevole quest’estate, e le cose sono andate piuttosto lisce. Per Lukaku, anche se Marotta sostiene il contrario, il peso emotivo della situazione sarà ben più gravoso.