Zhang è concentrato sulla scadenza del prestito con Oaktree, fissata a maggio del prossimo anno, e ha allertato gli advisor: punta a rifinanziare con Goldman Sachs
Cedere o rifinanziare, questo è il dilemma. Due sono le strade che il novello Amleto Steven Zhang contempla da mesi senza essersi ancora risolto per una soluzione conveniente. La scadenza del prestito (da 275 milioni di euro) contratto con il fondo californiano Oaktree si avvicina. E Zhang spera ora di poter trovare nuovi referenti da cui ottenere altri soldi, con cui pagare il precedente debito. Un prestito per pagare un prestito, più gli interessi relativi al prestito stesso…
La questione è da mesi nelle mani dei consulenti di un’importantissima banca d’affari newyorkese. Si tratta della Goldman Sachs, interlocutore scelto dalla famiglia Zhang per uscire dalle sabbie mobili del debito che potrebbe costare il pignoramento dell’Inter. Insomma, si cerca una via di uscita per permettere a Zhang junior di rimanere al comando dell’Inter.
Steven Zhang si è affidato appunto a Goldman Sachs per negoziare un rifinanziamento. Ovvero per cercare altri fondi disposti a prestargli i soldi che deve a Oaktree. Contestualmente, da mesi, la banca d’affari Goldman Sachs dovrebbe essersi attivata insieme al consulente finanziario Raine Group per valutare le offerte di potenziali investitori interessanti a mettere capitali nella società nerazzurra. Soci di minoranza o possibili soci di maggioranza, cioè acquirenti.
Il presidente Steven Zhang ha bisongo di aiuto. Oltre al debito con Oaktree ha a che fare con enormi problemi finanziari in Cina (Suning è allo stremo, e il Governo cinese è dovuto intervenire con una serie di aiuti strutturali). Inoltre, il patrimonio personale del giovane Zhang è conteso da vari creditori, come la China Construction Bank Corporation, che chiede da mesi, in Europa, in Asia e in America, la restituzione di 300 milioni.
E adesso pare che anche Oaktree abbia scelto di ottenere quanto gli spetta attraverso le vie legali, nonostante si parlasse di buoni rapporti fra i californiani e la famiglia Zhang (tali da poter permettere addirittura di dilazionare il pagamento del debito).
Perché Zhang punta tutto su Goldman Sachs
La Goldman Sachs è una delle più grandi banche d’affari del mondo: investe in credito e azioni, gestisce grandi capitali per conto di multinazionali, Governi e privati, prestando anche servizi di consulenza su piani di acquisizioni, fusioni fra aziende, proprietary trading e private equity. Da anni è la banca autorizzata al piazzamento di titoli di debito del Governo statunitense.
Impossibile, dunque, trovare un referente più affidabile. Zhang, che non sembra così felice di dover vendere, si sta impegnando con tutto sé stesso per rifinanziare il prestito affidandosi appunto a Goldman Sachs. Non sarà così facile. Anche perché, in caso di rifinanziamento, dovrà pagare l’anno prossimo o tra due anni più di 400 milioni.
La notizia dell’arrivo di due nuovi referenti scovati da Goldman Sachs, pronti a versare capitali a Zhang per pagare il debito a Oaktree, è stata offerta un paio di giorni fa da TuttoSport ed è credibile. Ha infatti senso che il presidente cinese abbiano incaricato il partner newyorkese di procurargli contatti con gruppi disposti a prestare soldi a tassi di interesse più convenienti rispetto a Oaktree.
Di base, nononostante le minacce di azioni legali, Oaktree potrebbe anche essere disposta a rinegoziare il debito, ma solo con tassi superiori al 12%, ovvero a quelli già applicati nel finanziamento originale. Goldman Sachs potrebbe invece garantire a Zhang tassi di interesse più convenienti: conosce bene il club e le sue prospettive di crescita e, a quanto pare, crede che la situazione societaria possa migliorare (con lo stadio, i risultati sportivi, eccetera), con Zhang o con qualche altre uomo al comando.
Potrebbero così entrare in gioco altri due credit fund. Si parla di due grandi gruppi americani coinvolti dalla Goldman: la Sixth Street e la Ares Management (che in passato ha prestato molti soldi al Chelsea). In questo senso, è verosimile immaginare che la banca d’affari newyorkese abbia ceduto in toto al Raine Group l’onere di concentrarsi sulla questione della ricerca di soci o acquirenti.
Ribassi preoccupanti per la banca d’affari americana
Anche nell’ultima settimana Goldman Sachs ha perso quotazioni in borsa, nonostante negli USA quasi tutti i titoli stiano salendo sull’indice Dow Jones. Si teme quindi che il titolo potrebbe diventare oggetto di vendite da parte degli operatori.
La Goldman Sachs ha chiuso il terzo trimestre con utili in ribasso del 33%. I ricavi sostanzialmente stabili (-1%). Ma il trend evidente è di grave affanno, soprattutto rispetto alla crescita economica che si sta verificando negli Stati Uniti. A dire il vero, gli analisti si aspettavano anche peggio. Sono anni ormai che la banca d’affare soffre.
Dipende soprattutto del suo coinvolgimento nella cartolarizzazione durante la crisi dei mutui subprime. Superata la crisi finanziaria del 2007-2008, la banca d’affari è tornata in difficoltà dopo il Covid. Tanto che il capo di Goldan Sachs, David Solomon, è stato costretto nei giorni scorsi ad abbandonare la sua carriera da dj…
L’hobby di Solomon è sempre stato quello di mettere i dischi. E a un certo punto, col nome di D-sol, ha cominciato a suonare in locali importanti in giro per il monto. Il calo dei profitti del 33% messo a segno dalla banca d’affari statunitense nel terzo trimestre dell’anno lo ha spinto però a cambiare le proprie abitudini.
E così il CEO di Goldam Sachs ha promesso che non si assenterà mai più per piazzarsi di fronte a una console da dj. Ecco in mano a chi si è messo Zhang.