Dopo lo sfogo social di Nicolò Barella, indirizzato a tutti coloro che avevano collegato il suo nome al caso scommesse, l’informatore di Corona fa dietrofront.
“Mi voglio scusare con Barella, ho sbagliato a nominarlo“, dichiara Maurizio Petra, lo zio di Antonio Esposito, sulla bocca di tutti negli ultimi giorni nel ruolo di fonte principale di Fabrizio Corona. La talpa utilizza le colonne del quotidiano La Verità per aggiustare il tiro. In seguito ai messaggi pubblicati da Barella sui social (qui un sunto delle dichiarazioni), Petra ammette di aver sbagliato a tirare in ballo il nome del centrocampista dell’Inter nello scandalo che sta investendo il calcio italiano.
Il nome di Barella, circolato sul web in liste fake di possibili calciatori implicati nella vicenda, era stato infatti riproposto da Petra sulle pagine de La Verità. Proprio contro La Verità e altri giornali che hanno dato risalto alle ultime rivelazioni della fonte di Corona, il centrocampista dell’Inter ha minacciato querela, indignato dall’approccio deontologicamente discutibile che ha permesso a tanti giornalisti di pubblicare notizie infondate.
“Voi non c’entrate nulla“, ha detto Petra sulle pagine de La Verità, rivolgendosi appunto a coloro che gli hanno dato spazio e hanno poi argomentato le sue rivelazione. “Avete riportato quello che ho detto e scritto. Per questo errore mi voglio scusare con Barella. Ho sbagliato a nominarlo, ma mi sono confuso perché in questi giorni è stato molto citato“.
Il virgolettato di Petra introduce un concetto abbastanza preoccupante: la fonte ammette di aver inserito nella lista dei nomi, di cui dovrebbe essere fonte diretta, un nome totalmente avulso, carpito dal chiacchiericcio del web. Quale credibilità dare allora a tutto il suo discorso?
La fonte di Corona si scusa con Barella
La Verità ha voluto intervistare Maurizio Petra, zio dell’ex dell’Inter Antonio Esposito e pregiudicato campano, quale referente più “attendibile” rispetto alla questione del caso scommesse. In quest’intervista, Petra ha detto che esiste una chiavetta USB in cui sarebbero custoditi dialoghi tra calciatori che discutono amabilmente di scommesse. Tra questi ci sarebbe Nicolò Zaniolo.
Ora la chiavetta sarebbe in mano a un avvocato di La Spezia e, come nei migliori o peggiori polizieschi, finirà agli inquirenti in caso di decesso dello stesso Petra. In allegato lo zio di Esposito ha deciso di inserire anche un testamento. Nella chiavetta ci sarebbero prove atte a dimostrare come il nipote Esposito fungesse da vero e proprio banco per le scommesse dei giocatori.
L’ex Inter Esposito ha già dichiarato che suo zio starebbe affermando il falso. Perché? Questo non è dato saperlo. Per farsi pubblicità? Perché manipolato da chi sta cercando di lucrare sulla vicenda? Intanto, Petra ha risposto alle accuse del nipote rendendo noti dei messaggi arrivatigli in chat. Messaggi del nipote, ovviamente. Del tipo: “Sei tu che mi hai fatto ascoltare l’audio delle squallide discussioni familiari in cui si parla di soldi, di tradimenti, Rolex e firme sui conti correnti…“. E in ballo ci sarebbe anche altro.
In uno degli audio archiviati nella chiavetta, sempre secondo Petra, si sentirebbero chiaramente le voci del nipote Antonio e di Nicolò Zaniolo: i due converserebbero con altri calciatori di Serie A lasciandosi andare a rivelazioni compromettenti. Uno di questi calciatori non identificati avrebbe un chiaro accento portoghese.
Tutti questi calciatori, negli audio, parlerebbero di puntate, somme vinte e perse per decine di migliaia di euro. Poi, sempre secondo Petra, i presenti avrebbero menzionato come altri scommettitori anche Lamela, Gyasi e Barella.
Ed è questo il riferimento che Barella ha voluto smentito furiosamente, minacciando querele. Il centrocampista sardo dichiara di non aver mai giocato e di odiare l’azzardo. Nei confronti dell’ex fotografo dei vip Corno sono arrivate le minacce di querela anche da parte di Nicolò Casale e Nicola Zalewski.