Finora ha giocato in tutto solo 73′: Davy Klaassen è parecchio indietro nelle gerarghie di Inzaghi tra i giocatori di movimento
Il giovane Lucian Agoumé è il giocatore dell’Inter che si è visto di meno in campo finora: il francese ha totalizzato da subentrato contro il Milan 4′. Tra i meno utilizzati da Inzaghi, al secondo posto c’è Stefano Sensi, con 4′ in campo, complici ovviamente i vari infortuni che lo hanno bloccato dopo la prima di campionato. L’altro desaparecido è Yann Bisseck: per lui solo 7′ minuti di gioco effettivi in due presenze da subentrato.
Asllani ha giocato poco in Serie A (64′ in tutto, in quattro gare da subentrato) ma ha collezionato in Champions ha collezionato una partita da titolare e altri due ingressi dalla panchina. Marko Arnautovic, per l’infortunio, è fermo a 100′ tutti da subentrato. Poi c’è Davy Klaassen, anche lui sfruttato poco e niente da Simone Inzaghi finora.
L’olandese ex Ajax è sceso in campo tre volte in campionato, una dal 1′ e due da subentrato, mettendo insieme 67′ di gioco. Con la Champions i minuti salgono a 73′ in totale.
Nella vittoria sofferta e importantissima contro il Salisburgo, Klaassen è entrato per far rifiatare Lautaro, ma di fatto non è riuscito a toccare pallone nei cinque minuti in campo. Con il ritorno di Arnautovic, previsto per metà novembre, l’olandese potrebbe sparire del tutto dalle rotazioni.
Klaassen, arrivato all’Inter come sesto centrocampista dopo il fallimento dell’affare Samardzic, sembra non aver convinto pienamente Inzaghi. Troppo lento per il centrocampo nerazzurro e poco inquadrabile tatticamente. Il tecnico lo ha provato per pochi minuti come interno e anche come regista. Ultimamente lo sta buttando dentro come seconda punta, per l’assenza di Arnautovic.
Mistero Klaassen: come sarà usato da Inzaghi con il ritorno di Sensi e Arnautovic
L’impressione è che Inzaghi gli preferisca l’ancora indisponibile Sensi a centrocampo, come secondo cambio per gli interni (Barella e Mkhitaryan). In più, pare che l’allenatore abbia ormai promosso Asllani a sostituto ufficiale di Calhanoglu e che si aspetti ottime prove da Sanchez e Arnautovic in attacco come alternative a Lautaro e Thuram.
Si sbagliava chi pensava che l’olandese avrebbe fatto come Mkhitaryan lo scorso anno, scalando le gerarchie grazie alla sua classe e alla sua esperienza. Per ora Davy Klaassen è un tappabuchi, da piazzare anche fuori posizione più per perdere tempo con un cambio che per scelta tecnica.
Contro il Salisburgo, al momento dell’ingresso per l’ex Ajax, Inzaghi ha bloccato tutto: il tecnico aveva deciso di farlo entrare dopo il 3-1 firmato da Lautaro. Quando la rete è stata annullata per fuorigioco, l’allenatore ha deciso di far riaccomodare l’olandese in panchina, per richiamarlo solo dopo qualche minuto.
Un affare sbagliato?
Klaassen si è visto pochi minuti contro il Torino e il Salisburgo, sempre schierato alle spalle della punta. Ma non era venuto per interpretare questo ruolo, l’ex Ajax. Klaassen ha deciso di liberarsi dalla sua squadra storica per confrontarsi con una nuova esperienza coinvolgente, sperando magari di poter stupire a Milano con i suoi inserimenti e la sua visione di gioco.
Inzaghi lo aveva inserito anche a Torino, preferendolo ad Alexis Sanchez. L’allenatore aveva spiegato così la sua scelta: “Sabato ho messo Klaassen perché è rimasto qua, si è allenato benissimo. Ho inserito lui e non Sanchez che era arrivato con un volo di quindici ore e sei ore di fuso. Un allenatore deve valutare queste cose“…
Ma il cileno sembra aver smaltito bene il fuso, andando in goal contro il Salisburgo. Quello più scombussolato sembrava proprio Klaassen. Quando è entrato in campo, l’olandese si muoveva con estrema incertezza in campo. Sul finale si è piazzato quasi fisso in difesa.
🚨L'Inter è stata diretta 15 volte da Maresca: il bilancio è di 9 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte#InterRoma #SerieA #Maresca pic.twitter.com/9ScKQDnKdK
— Interlive (@interliveit) October 25, 2023
Potrebbe semplicemente essere che non si sia ancora ambientato nella squadra. Ma di fatto, nei pochi minuti giocati, ha dimostrato scarsa sicurezza nelle chiusure e nei contrasti e, soprattutto, smarrimento tattico: non sapeva in quale posizione giocare. La speranza è che il centrocampista possa inserirsi meglio nel contesto e dare prova del suo valore.