Zhang ha sempre apprezzato Simone Inzaghi e che continua a farlo, ma quest’anno il tecnico è chiamato a vincere, altrimenti si penserà subito a un sostituto
Per Simone Inzaghi è arrivato il momento di vincere: Zhang vuole la seconda stella. Il presidente lo ha dichiarato fuori dai denti nel suo discorso introduttivo di ieri all’apertura dell’assemblea dei soci. E lo stesso concetto è stato ribadito dall’ad Beppe Marotta al termine dei lavori. Per ora, il presidente sembra comunque soddisfatto: l’inizio di stagione gli ha offerto elementi rassicuranti. Dunque, la fiducia riposta in Inzaghi è sempre forte.
Lo era anche negli anni passati, a dire il vero, ma di fatto l’allenatore piacentino ha fallito due volte di seguito l’obiettivo principale. Non dovrebbe esserci una terza volta, non con queste premesse. Ecco perché, qualora l’Inter dovesse tornare a inciampare in campionato, come ha fatto l’anno scorso, si riprenderebbe presto a parlare di un sostituto di Inzaghi.
E stavolta senza più attenuanti. Non se lo augura nessuno. Ma le paure riescono a essere sempre più pervasive dei pensieri costruttivi. Lo sa lo stesso tecnico nerazzurro. Per questo sembra più deciso e risoluto che mai, conscio del fatto che, in caso di mancato Scudetto, nessuno lo tratterrebbe più a Milano.
Il sostituto di Inzaghi in caso di mancato Scudetto: torna in auge il nome di Motta
L’ex Lazio sa cosa aspettarsi: le strade di Inzaghi e dell’Inter stavano per dividersi già in passato. Poi, gli ottimi e inaspettati risultati in Champions hanno riavvicinato l’allenatore alla dirigenza e ai tifosi.
La scorsa primavera, quando l’Inter non riusciva più a vincere in campionato, allontanandosi sempre più dal Napoli in vetta, Ausilio e Marotta concentrarono le loro attenzioni su Thiago Motta, tanto che il Bologna, preoccupato, volle affrettare le pratiche del rinnovo.
Il nome più caldo come possibile sostituto di Inzaghi è sempre lo stesso. Il tecnico dei rossoblù è il profilo che più intriga l’ambiente e gli alti dirigenti del club. Tanti tifosi sarebbe poi entusiasti di vedere un interista sulla panchina della squadra.
Il fatto che Motta si stia confermando un ottimo allenatore anche in questa stagione conta relativamente, dato che, per personalità e preparazione, sarebbe comunque lui il preferito di Marotta e Ausilio. L’unico intento, in questo momento, sarebbe Zhang.
Il rapporto di Zhang con Inzaghi
In passato Zhang ha raccontato di apprezzare molto Simone Inzaghi per carattere e impegno. Lo scorso giugno, dopo la finale persa contro il Manchester City, l’allenatore e il presidente si sono intrattenuti per un lungo colloquio in una stanza di viale della Liberazione. In quell’occasione Zhang è stato chiaro: l’obiettivo esplicito della stagione 2023/24 sarebbe stato quello di vincere il tricolore e fare più strada possibile in Champions.
Finora le cose stanno andando secondo i piani. L’Inter è prima in campionato e prima nel girone di Champions League. E sta ottenendo risultati anche se dal mercato non è arrivato quello che ci si aspettava. Per tornare a quel giorno di giugno, a posteriori sappiamo che Inzaghi aveva chiesto a Zhang rinforzi di livello.
Aveva fatto il nome di Lukaku, come prima pretesa. Poi aveva lasciato intendere di volere un paio di nuovi centrocampisti forti (Frattesi e Milinkovic-Savic), un centrale di esperienza (Koulibaly Smalling o Nacho), uno di prospettiva (Kassama o Fressned), un terzino sinistro (Carlos Augusto) e un portiere giovane e forte (Vicario o Trubin). Tutto ciò a fronte di alcune possibili cessione interpretabili come sacrifici officiati in nome della sostenibilità (Brozovic, Onana, Gosens e forse pure Dumfries).
Le cose sono andate diversamente. Sono arrivati solo Frattesi e Carlos Augusto. E, come al solito, Inzaghi si è dovuto accontentare di giocatori che non aveva esplicitamente chiesto. Zhang questo lo ha notato e, di nuovo, lo apprezzato. Uno come Conte avrebbe sbattuto i piedi e se ne sarebbe andato. L’ex Lazio è rimasto buono in panchina. Ubbidiente, concentrato e fedele. Come piace ai cinesi.