Ora è ufficiale: il ritorno a Milano di Romelu Lukaku non verrà accompagnato dai trentamila fischietti che la Curva Nord avrebbe voluto far risuonare durante Inter-Roma
La decisione, su cui si è già accesa una prevedibile polemica, è arrivata a sorpresa nel pomeriggio di ieri, 27 ottobre, dal questore di Milano, Giuseppe Petronzi. Dopo una lunga giornata di riflessione, stimolata da mail ufficiali, riunioni e confronti, si è dunque giunti al divieto che ostacola l’iniziativa annunciata dal tifo organizzato nerazzurro per accogliere nel “peggiore dei modi” Lukaku al Meazza.
Il poeta Orazio scriveva: “Il popolo mi fischia, ma io mi applaudo da me, a casa mia, quando contemplo le mie ricchezze in cassaforte…“. E questo è quanto dovrebbe pensare lo stesso Lukaku, professionista pagato profumatamente per giocare 90 minuti in un rettangolo da gioco, al cospetto di tifosi non sempre pronti a osannarlo o sostenerlo.
Venerdì 27 ottobre, dicevamo, è arrivata la decisione della Questura di Milano di vietare l’accesso dei fischietti al Meazza. La Curva nerazzurra, probabilmente sbagliando da qualsiasi lato la si voglia guardare, aveva annunciato l’iniziativa dei cinquantamila fischietti, poi diventati trentamila, circa un mese fa. Non si capisce bene dunque come mai il divieto del questore sia arrivato solo a poche ore dal match.
Qualcuno ipotizza un intervento della Roma: pressioni da parte del club giallorosso per evitare i rumorosi fischi indirizzati al loro bomber Lukaku. E qui montano i dubbi sulla dinamica della delibera. Perché, da una parte, c’è la stessa Roma, che sostiene di non aver mai richiesto nulla del genere; e, dall’altra, ci sono le fonti ufficiali che invece parlano di un’istanza ufficiale partita proprio dalla società giallorossa. Una Pec partita da Trigoria nelle scorse ore.
Non una richiesta fine a sé stessa o una vaga protesta: la Roma avrebbe chiamato in causa una norma precisa: l’articolo 62, relativo alla tutela dell’ordine pubblico. Già ieri mattina, si era riunito il GOS, cioè il gruppo operativo di sicurezza. C’erano dunque il funzionario di polizia nominato dal questore, gli addetti alla sicurezza dei due club e i dirigenti tengono i contatti con il tifo organizzato.
Sarebbero state mostrate le foto dei fischietti, per scongiurare il pericolo dell’entrata nello stadio di accessori di metallo e potenzialmente offensivi. Visto che i trentamila fischietti sarebbero stati di plastica (di colore nero) e legati al collo di ogni tifoso, il questore era pronto a dare il via libera all’iniziativa della Curva nerazzurra.
Niente più fischietti al Meazza: da trentamila a zero
Secondo la Gazzetta dello Sport, fonti istituzionali avrebbero confermato l’arrivo di una Pec firmata dalla Roma, girata anche agli ufficiali della FIGC. In questa mail, il riferimento a un passaggio dell’articolo 62 delle norme interne federali sulla tutela dell’ordine pubblico.
Nello specifico, la società giallorossa ha posto l’accento su questo brano: “tutti i provvedimenti idonei a impedire che lo svolgimento della gara sia disturbato dal suono di strumenti che rechino molestia“. La segnalazione è stata accolta dal questore. Una breve riflessione e poi la decisione finale: la Questura ha deciso di impedire l’utilizzo dei trentamila fischietti.
Gli Ultras interisti non ci stanno: hanno già parlato di una decisione iniqua, tirando in ballo un episodio analogo relativo a un vecchio Fiorentina-Juve, quando i tifosi Viola contestarono Vlahovic con una decina di migliaia di fischietti.
Ne vale la pena?
Giustamente, roderà ai capi ultras il fatto di aver ordinato per niente trentamila fischietti. E soprattutto il fallimento di un’azione che era stata raccontata e probabilmente intesa come una specie di impresa.
Vietate l’iniziativa a due giorni dalla partita è ridicolo, ma è ancora più ridicolo ciò che stava alla base, ovvero tutto il clamore montato dalla stessa Curva Nord per il ritorno di Lukaku a Milano.
Non ha senso chiedersi perché questo dietrofront della Questura sia arrivato così tardi. Meglio così, che emerga la parte più sana del tifo nerazzurro e che si prendano le distanze da quella sciocchezza dei fischietti. Nella speranza che le bocche libere da fischietti non passino direttamente a ululati e altre bestialità. All’Inter potrebbe anche capitare una squalifica del campo per una cosa del genere. E non ne vale proprio la pena.