Massimiliano Allegri, il profeta del corto muso, sa di poter sorprendere l’Inter, ma non lo dice: la strategia è chiara
La scorsa stagione, dopo l’eliminazione in Coppa Italia contro l’Inter, alla fine di una partita già carica di tensione, Allegri fu sorpreso mentre sbraitava nei confronti dei suoi calciatori e lanciava invettive contro gli avversari. Ai bianconeri diceva: “Avete perso contro dei morti“. E agli interisti gridava: “Tanto non arriverete neanche sesti”. L’altro ieri, dopo la vittoria di misura contro la Fiorentina in trasferta, Allegri ha invece dichiarato che da anni l’Inter è più attrezzata per vincere lo Scudetto.
Non è la prima volta che si esprime in questo senso. Dall’inizio della stagione, l’allenatore livornese, quando si tira in ballo lo Scudetto, aggrotta le sopracciglia e afferma che a giocarsi la vittoria del campionato saranno Napoli, Inter e Milan, cioè squadre che hanno rose tecnicamente più valide rispetto a quella della Juventus.
E a chi gli fa notare che i bianconeri potrebbero essere avvantaggiati per il fatto di non giocare le coppe risponde che la Juventus quest’anno deve guardarsi alle spalle e non alzare la testa verso la vetta. Intanto, però, la squadra di Allegri è a -2 dall’Inter capolista.
L’Allegri stratega vuole sorprendere i nerazzurri: “L’Inter è più attrezzata di noi per vincere lo Scudetto”.
Possibile che a novembre voglia già spostare l’attenzione e mettere le mani avanti per giustificare una possibile stagione negativa? Ci sta che un allenatore esperto come Allegri provi a scaricare sull’Inter la pressione, indicandola come favorita per lo Scudetto. E non è in contraddizione rispetto a quanto disse l’anno scorso, giudicando la squadra nerazzurro da sesto posto.
L’impressione è che Allegri sia convinto di avere qualche possibilità di arrivare primo in classifica, anche per il fatto di non giocare le coppe. Ma non solo. Allegri è convinto dei propri mezzi. Pur non apprezzando al 100% il materiale tecnico della rosa bianconera, sa di avere a disposizione grandi giocatori.
Allegri dissimula le proprie velleità di lotta per sorprendere Inzaghi. Sa di non poter dire che l’Inter è meglio attrezzata della Juventus. La sua società bianconera è infatti quella con il monte ingaggi più alto della Serie A. Allegri stesso è l’allenatore più pagato del campionato.
Inoltre, la Juve è l’unica squadra che negli ultimi anni ha potuto fare mercato in passivo ed è senza coppe europee. A rigor di logica, una squadra così avrebbe l’obbligo di vincere lo Scudetto. Ma Allegri non vuole questo peso. Meglio scaricarlo sulle spalle giovani e inesperte di Inzaghi, che ha già dimostrato un paio di volte di non essere proprio a suo agio nel reggere la forte pressione.
La Juve è l’anti-Inter
Non gioca bene, la Juve, e non riesce mai a dimostrare di avere un’impostazione tattica davvero funzionale. Non ha neanche giocatori simbolo. Uno alla volta, i top-player, sono finiti nell’ombra: Chiesa, Vlahovic, Rabiot, Kean. L’unico che sta continuando a offrire un rendimento costante nonostante qualche sbandamento (i quattro goal subiti contro il Sassuolo) è Szczesny.
Eppure la formazione bianconera si dimostra solidissima. Più cinica e convinta di tutte le altre squadre di A. E non è un caso. Questa è la Juve che Allegri ha voluto costruire a sua immagine e somiglianza. Una formazione che subisce pochi goal e che sa metterla dentro anche con due occasioni o una e mezza a partita.
La Juventus ha subito zero reti nelle ultime 6 partite. E ha segnato solo 17 reti in tutto. Anche l’Inter ha subito solo 6 goal, e divide con la Juve il primato di miglior difesa, ma ha segnato molto di più (27 reti, su 134 azioni da goal).
Lo scontro diretto contro l’Inter del 26 novembre, dopo la sosta per le Nazionali, dirà a che punto è davvero la squadra d’Inzaghi. Per l’Inter sarà dura. Dato che in quella settimana dovrà affrontare altre trasferte faticose: Benfica e Napoli. Allegri punta a sorprendere Inzaghi mostrandosi già vinto e più rispettoso del consueto. In realtà non vede l’ora di superare i nerazzurri per far valer doppio il suo successo.