Torna la sosta delle Nazionali e si moltiplicano gli infortuni: l’incubo non colpisce solo la Serie A, e in Spagna monta l’indignazione contro la FIFA
No, non può essere solo un caso. Le squadre di Serie A con calciatori partiti in giro per il mondo con le loro Nazionali fanno il conto degli infortuni, più o meno pesanti. Alessandro Bastoni dell’Inter è solo il caso più eclatante. Il difensore nerazzurro ha rimediato una lesione muscolare che gli farà saltare almeno tre gare con il suo club. Miretti della Juve sta affrontando una lombalgia, ma nei bianconeri si è fermato anche McKennie, per una botta al ginocchio.
Calhanoglu ha avuto un’infezione. Kamada della Lazio si è fatto male alla schiena, Rodriguez del Torino si è fermato per un colpo al tallone e Ochoa della Salernitana potrebbe star fuori a lungo per un problema alla spalla.
Si piange addosso anche il Manchester United per Onana, anche lui fermato da un’infezione. E poi si sono fatti male Oyarzabal della Real Sociedad, Zaire-Emery del PSG, Vinicius del Real e ter Stegen del Barcellona. I catalani dovranno fare a meno anche di Gavi.
Ecco perché quando si parla di Nazionali non è da paranoici né da prevenuti evocare l’incubo infortuni. C’è un problema reale legato alle troppe partite disputate e alle lunghe trasferte. Un problema di cui dovranno, presto o tardi, occuparsi le grandi federazioni internazionali. Tutti guardano a cosa farà la FIFA. In Spagna sono inviperiti.
Nazionali e incubo infortuni: di chi è la colpa?
Barcellona e Real Madrid sono due delle squadre che finora hanno pagato il conto più salato. I Blancos, per via delle Nazionali, hanno dovuto già fare a meno di Camavinga e Vinicius. Il primo fermato da problema al ginocchio e il secondo da una lesione al bicipite femorale. Il Barcellona ha visto fermarsi ter Stegen e Gavi. E per quest’ultimo la situazione è parecchio grave.
Il classe 2004 spagnolo si è fatto male durante la partita contro la Georgia ed è uscito dal campo in lacrime. Per lui la stagione finita anzitempo. Le indagini hanno infatti evidenziato la rottura del crociato dopo il brutto fallo di gioco subìto. La FIFA offrirà un risarcimento al club (si parla di 4-5 milioni di euro), ma in Catalogna pensano che non basti.
C’è da dire che molti giocatori arrivano in Nazionale già stremati, e che ogni giocatore ha il diritto/dovere di rappresentare il suo Paese senza risparmiarsi o tirare indietro la gamba. Eppure tanti allenatori continuano a pensare che la situazione, oggi critica, possa essere gestita diversamente. Come? Principalmente cercando di non concentrare le partite in periodi così stretti.
I ct che non risparmiano i calciatori
Ci sono giocatori che giocano più di ottanta partite l’anno. Ed è oggettivamente preoccupante. Il Barcellona, riguardo all’infortunio di Gavi, punta il dito contro il ct De la Fuente reo di non aver risparmiato neanche un minuto al diciannovenne, nonostante il fatto che la sfida contro i georgiani contasse poco o nulla per la Spagna (già qualificata all’Europeo).
Molto probabilmente il Barcellona presenterà un reclamo formale alla Federazione e continuerà a protestare all’indirizzo della Nazionale. Lo stesso non potrebbe fare invece l’Inter o un’altra squadra italiana con il ct Luciano Spalletti, dato che la Nazionale azzurra si sta giocando la qualificazione a Euro 2024.
Giocatori come Dimarco, Acerbi e Barella sono stati e saranno spremuti dal ct perché le alternative non sembrano all’altezza. E non potrebbe essere altrimenti. Quando si hanno giocatori forti in squadra è ovvio che siano considerati titolari nelle loro Nazionali.