Inzaghi punta tutto sul campionato snobbando la Champions: questo sembra dire il turnover usato nella coppa europea
Turnover blando o più estremo (com’è stato nell’ultima partita disputata contro il Benfica), e la scelta di non schierare quasi mai Lautaro in coppia con Thuram dal 1′. Ecco come Simone Inzaghi ha affrontato le partite del girone di Champions League. Una scelta consapevole, dunque. L’obiettivo è chiaro: si chiama seconda stella. Inzaghi lo ha ammesso prima dell’inizio della stagione che la società gli aveva chiesto quello. Da questo punto di vista sembra dunque giusto che l’allenatore si stia concentrando sulla Serie A.
Ciò non toglie che, soprattutto col senno di poi, che Inzaghi avrebbe potuto gestire la situazione diversamente. Alla luce del secondo posto ottenuto nel girone, ci sono vari problemi da affrontare. Il primo è che l’Inter si troverà a sfidare uno squadrone agli ottavi. Il secondo, relativo al fatto che la vittoria dello Scudetto non è affatto garantita.
Negli ultimi 14 anni l’Inter, pur partendo più volte fra le favorite, lo ha vinto una volta sola. In generale, una squadra come quella nerazzurra deve giocarsi tutto quello che c’è da giocarsi. Non deve e non può accontentarsi.
L’ampio turnover fatto nel girone, specie nelle ultime due partite, sembra esprimere chiaramente le intenzioni del tecnico. Inzaghi già un progetto già ordinato in mente. Ieri sera al Meazza Inzaghi è sceso in campo senza due dei suoi uomini migliori: Lautaro e Barella. Ma ha fatto scelte simili in quasi tutti i match di coppa.
Campionato preferito alla Champions: ecco cosa dicono le scelte relative al turnover di Inzaghi
Nella prima sfida, quella contro la Real Sociedad in Spagna, scelse Lautaro e Arnautovic come coppia d’attacco e fece partire dal 1′ Asllani e Carlos Augusto. In casa contro il Salisburgo, per la terza partita del girone, a partire subito in campo furono Lautaro e Sanchez, con Carlos Augusto di nuovo preferito a Dimarco e Frattesi per Barella. Contro gli austriaci, in trasferta, in attacco c’era di nuovo Sanchez, ma stavolta con Thuram. E poi c’erano anche Augusto, Frattesi e per la prima volta Bisseck.
Il turnover è stato poi massiccio contro il Benfica in Portogallo, con 8 seconde linee in campo dal 1′. Anche ieri contro la Real Sociedad a Milan, Inzaghi non ha scelto di impattare sul match affidandosi alla collaudata coppia Lautaro-Thuram. Entrato uno è uscito l’altro. La stessa coppia è stata invece quasi sempre partita dall’inizio in campionato (14 partite su 15).
Forse è eccessivo stupirsi del fatto che l’allenatore abbia fatto un minimo di turnover, con la qualificazione agli ottavi già in tasca, in vista dell’impegno settimanale in campionato (Lazio-Inter). Ma forse Inzaghi, il turnover, avrebbe potuto organizzarlo diversamente. Magari lasciando in campo Thuram quando ha inserito anche Lautaro nel secondo tempo. O forse avrebbe potuto rischiare le 3 punte.
Gli errori di Inzaghi
Perderla non avrebbe cambiato nulla. Ma vincerla avrebbe invece portato soldi al club e prospettive più serene in vista degli ottavi. In più, il turnover, poteva farlo nel secondo tempo con l’Udinese, visto che la partita era sul 3-0.
In generale la Champions League è un torneo complicato. Basta sbagliare una partita e si è fuori. L’Inter ha scelto di provarci ma non fino in fondo. E di non fare brutta figura. Da un punto di vista sportivo è sensato e condivisibile il comportamento di Inzaghi. Invece, dal punto di vista economico, l’allenatore potrebbe aver fatto un danno al club.
Un ottavo di finale da seconda classificata è pericolosissimo: c’è il forte rischio di uscire subito. E l’Inter non può permettersi di rinunciare a cuor leggero agli introiti della Champions Leauge.