Steven Zhang esce allo scoperto a parole, ma intanto continua a nascondersi fisicamente: manca da Milano ormai da quasi sei mesi
“Il sogno è la seconda stella“, ha dichiarato Steven Zhang nel videomessaggio inviato alla squadra durante la rituale cena di Natale dell’Inter. Solo così, cioè da remoto, da un po’ di tempo a questa parte, il giovane miliardario cinese riesce a interfacciarsi con il mondo nerazzurro. Meglio di niente, no? Ha pure la scusa pronta, il presidente. Impegni improrogabili lo tengono bloccato a Nachino, assorbito com’è dal progetto di rilancio di Suning, dopo l’arrivo degli aiuti statali cinesi. I soliti maligni affermano altro, e cioè che si stia nascondendo, per evitare che i creditori vengano a mangiarselo.
L’anno scorso andò diversamente. Il giovane presidente nerazzurro fu il vero protagonista della festa di Natale, esibendosi anche al karaoke. Ora, però, il giovane Zhang ha tanti altri pensieri per testa: i processi in Cina, in Italia e negli USA, i soldi da ridare a Oaktree, il crollo del fatturato di Suning…
Eppure, anche se da remoto, sembra che il cinese non abbia smesso di preoccuparsi dell’Inter: “Inter è dove deve essere“, ha dichiarato nel suo videomessaggio. “Abbiamo un sogno, la seconda stella. E lavoriamo per realizzarlo. Il percorso fino a Istanbul e quello svolto in questa stagione mi rende orgoglioso. Grazie a tutti: al management, che garantisce continuità e permette all’Inter di essere e restare stabile. E grazie a Inzaghi per il lavoro svolto. La strada è quella giusta“.
Che fine ha fatto Zhang? Davvero non è riuscito a liberarsi da suoi impegni nemmeno per un giorno per dire queste poche cose di persona? Certo, la cena di Natale non è uno degli appuntamenti più importanti dell’annata. Il presidente ne ha saltati altri ben più delicati. Come l’approvazione del bilancio, l’assemblea dei soci, la riunione per la conferma del CdA.
Dov’è finito Steven Zhang?
A Milano lo attendevano a inizio settembre per un incontro in tribunale, poi spostato a fine novembre, e di nuovo posticipato a data da destinarsi. China Construction Bank, che ha già vinto una causa a Hong Kong contro Zhang per il presunto mancato rimborso di prestiti per oltre 250 milioni di euro, ha infatti avviato anche un procedimento civile a Milano, con l’obiettivo di aggredire il patrimonio del numero uno del club nerazzurro.
Alle udienze, Zhang, non si è mai presentato. Tuttavia ha ottenuto dei rinvii. Marotta e Ausilio erano convinti di poterlo incontrare a inizio settembre, per la firma del rinnovo di Simone Inzaghi. E di fatti la stipula del prolungamento dell’allenatore è stata posticipata di un po’ di giorni, finché non si è capito che Zhang non sarebbe arrivato.
Si era vociferato di un possibile ritorno di Zhang per il 16 settembre, giorno del derby. Ma non se ne è fatto niente. Tutto rinviato al giorno dell’assemblea dei soci, organizzata per il 26 di ottobre. Ma il presidente cinese ha spiegato che impegni improrogabili lo avevano trattenuto a Nachino.
Intanto, Zhang ha disertato anche gli appuntamenti a New York e a Hong Kong, sempre in tribunale. Pure Oaktree potrebbe presto scegliere le vie legali, presentando ai cinesi un ingiunzione di pagamento. Ma la holding Suning crede di poter rifinanziare il proprio debito e mantenere il controllo dell’Inter. In un modo o nell’altro la proprietà dei nerazzurri deve inventarsi qualcosa: entro e non oltre maggio 2024 deve pagare il fondo californiano, se non vuole perdere il controllo del club (dato in pegno a chi ha prestato i soldi).
Zhang è stato chiaro. Poche parole ma inequivocabili. Non c’è ma vuole continuare a essere il presidente del club nerazzurro. È presto per chiamare la Sciarelli. Ma intanto segniamoci il numero di ‘Chi l’ha visto?’…