Quanti pacchi l’Inter ha scartato sotto Natale o appena dopo con il mercato di riparazione: da Batistuta a Gosens, i flop invernali non si contano
La scorsa stagione, a gennaio, l’Inter non ha fatto acquisti nel mercato di riparazione: ha solamente richiamato vari giocatori dai prestiti per mandarli altrove. Radu, che giocava (si fa per dire) nella Cremonese, è stato richiamato e poi mandato in Francia, all’Auxerre, sempre in prestito. Stessa storia per l’altro giovane portiere, Fabrizio Bagheria, richiamato dalla Recanatese e poi girato al Livorno. Franco Carboni ha lasciato il Cagliari per andare al Monza.
Poi c’è stato Sebastiano Esposito, richiamato dall’Anderlecht, dopo un girone d’andata vergognoso, per trasferirsi al Bari; Saldedo, invece, dal Bari è andato al Genoa. Infine c’era pure Matias Fonseca, l’unico a essere stato ceduto a titolo definitivo: prima giocava in prestito nell’Imolese, poi è passato al Montevideo.
L’anno prima, nel 2021-22, a gennaio, l’Inter prese Gosens dall’Atalanta e Caicedo dal Genoa. E cedette Eriksen (svincolato), Colidio (al Tigre, in prestito), Satriano (al Brest in prestito) e Sensi (sempre in prestito alla Samp). Robin Gosens, preso per sostituire l’anno successivo Perisic, fu acquistato attaverso la formula del prestito con obbligo di riscatto fissato più o meno a 30 milioni di euro. In tutto giocò 7 partite in quella prima stagione, senza mai brillare. Non brillò neanche nella seguente, di annata, e infatti a giugno 2023 è stato ceduto.
L’ecuadoriano Caiceido arrivò in prestito dal Genoa, fortemente voluto da Simone Inzaghi, suo allenatore a tempi della Lazio. In tutto giocò soltanto 21 minuti in maglia nerazzurro, scendendo in campo in tre occasioni. E quasi nessuno, ovviamente, se lo ricorda.
Da Batistuta a Caiceido, tutti i pacchi di Natale arrivati con il mercato di riparazione
L’ultimo acquisto invernale azzeccato dall’Inter è stato Christian Eriksen, preso il 28 gennaio 2020, anche se a caro prezzo: il danese era in scadenza ma l’Inter volle assicurarsi subito le sue prestazioni spendendo 27 milioni di euro. In realtà, in quella prima stagione, il campione ebbe parecchie difficoltà ad adattarsi al modulo di Conte e finì spesso in panchina. Poi la stagione successiva, con il passare dei mesi ha trovato più spazio e continuità, rivelandosi un giocatore importante.
Torniamo indietro fino al 2019, anno in cui a gennaio l’Inter acquisto Cedric Soares. Un terzino di livello, campione d’Europa con il Portogallo nel 2016 e presentato come il giocatore che avrebbe messo centinaia di cross sulla testa di Icardi. Si trasferì dal Southampton all’Inter di Spalletti in prestito oneroso da 1 milione di euro, con riscatto fissato a 11 milioni. Giocherà pochissimo e verrà rispedito al mittente.
L’anno prima a gennaio Spalletti aveva voluto Lisandro Lopez dal Benfica. Un difensore centrale vecchia scuola. In nerazzurro giocò in tutto una sola volta, contro il Bologna. E per questo scherzetto l’Inter dovette versare circa 500 mila euro ai portoghesi.
Nel 2017, invece, con Pioli subentrato a De Boer e Vecchi, l’Inter tentò di aggiungere alla rosa un australiano: tale Sainsbury, preso dalla squadra cinese di Suning per non spendere troppo. Vide il campo mezza volta e si capì che non era cosa.
Le pretese di Mancini: da Shaqiri a Podolski
Nel 2015 Roberto Mancini, alla sua seconda esperienza sulla panchina dell’Inter, pretese due innesti a gennaio. Shaqiri (preso dal Bayern Monaco in prestito con riscatto fissato a 15 milioni di euro) e Podolski. Il primo qualcosina riuscì a farla. L’attaccante tedesco arrivato in prestito dall’Arsenal, invece, segnò una sola volta in 18 partite.
Ma fra i pacchi di Natale il più grosso risale al 2003, quando Franco Sensi, allora presidente della Roma, subito dopo aver chiuso un prestito del giocatore all’Inter, pronunciò una frase appena rivelatoria: “Gli abbiamo dato una fregatura”. La fregatura era Batistuta. Che all’Inter giocò 12 partite segnando 2 miseri goal.