Svelati i dettagli della storica separazione consumatasi tra il calciatore e i nerazzurri circa un decennio fa. Il racconto è da brividi
In oltre 115 anni di storia l’Inter ha accolto tra le proprie file decine di migliaia di calciatori. Molti di questi, chi più chi meno, hanno poi lasciato un proprio ricordo di sé, positivo o meno.
Tra questi spiccano: Giacinto Facchetti, Giuseppe Meazza, Ronaldo ‘Il Fenomeno’, Javier Zanetti, quest’oggi vicepresidente del club, e tanti altri. Al tempo stesso, non va dimenticata tanta altra gente come ad esempio i vari Lothar Matthaus e Paul Ince. Gente che, pur avendo trascorso soltanto qualche stagione a difesa dei colori nerazzurri, ha comunque lasciato il proprio nome per inciso nella storia del club. Soffermiamoci, però, proprio sull’ultimo dei nomi sopra elencativi.
Quella tra l’ex centrocampista inglese e l’Inter è una storia incominciata nel 1995, periodo in cui il classe ’67 si separò dal Manchester United per poi unirsi all’ambizioso progetto tecnico dei nerazzurri. Una storia costretta poi ad interrompersi due soli anni dopo per motivi di forza maggiore. A svelare tutti i dettagli dell’accaduto il diretto interessato.
Ince e il retroscena sull’addio all’Inter: “Trovai Moratti in lacrime alla sola notizia”
Paul Ince, ex centrocampista che ha messo a sigillo oltre 50 reti nelle esperienze trascorse in passato con West Ham, Manchester United, Inter, Liverpool e Wolverhampton (e quest’oggi in vesti di allenatore di calcio), si è raccontato davanti ai microfoni di ‘SempreInter.com’ svelando tutti i dettagli inerenti alla separazione avvenuta coi nerazzurri.
“Lasciare l’Inter è stato il mio rammarico più grande. A volte nella vita si è costretti a prendere decisioni che tutto hanno a che fare fuorché col calcio” – esordisce. “I tifosi sono sempre fantastici, loro adoravano me e io adoravo loro. Anche nel momento in cui non avevo interpretato una partita nel modo giusto, i tifosi venivano da me dicendomi che avevo disputato una buona gara” – spiega.
“Non c’era alcun motivo per lasciare l’Inter. Stavo giocando veramente bene ed ero arrivato a prendere familiarità anche con la lingua, fino a quando poi mia moglie non venne colpita dalla paralisi di Bell. È stato questo il motivo principale per cui abbiamo deciso di tornare a casa. Si è trattato di una decisione familiare, non calcistica. Credo che sarei dovuto rimanere lì, me lo ripeto tutt’ora, ma la famiglia viene sempre prima di tutto”.
Prosegue poi: “Se fossi rimasto all’Inter l’avrei fatto per tutta la vita. Oggi guardo Javier Zanetti, vicepresidente del club, e mi dico ‘Chissà, forse avrei potuto esserci io al suo posto’. È stata una decisione difficile, mi restavano due anni di contratto ma non potetti far altro che andare dal Presidente Massimo Moratti comunicandogli la mia decisione”.
“Eravamo entrambi in lacrime. Fu lui a dirmi ‘Ascolta Paul, qualunque somma di denaro tu voglia, qualunque durata del contratto tu voglia, puoi averla’. ‘Pres, per quanto desideri restare qui purtroppo mi trovo costretto a non poter accettare’, fu questa la mia risposta. Non è mai stata una questione di soldi, ma solo di benessere per la famiglia. È questa la decisione di cui mi pento di più” – conclude.