Acerbi ha detto la verità dopo Genoa-Inter, ma anche manifestato un certo timore nei confronti della squadra di Allegri. Inzaghi non deve fallire l’obiettivo Scudetto
Torniamo a scoppio ritardato sul post Genoa-Inter per schierarci con Acerbi, il quale ha messo in evidenza le storture mediatiche sul discorso Scudetto.
Per gli amici di Allegri, odiosi quanto gli amici di De Zerbi, degli scappati di casa – ovvero nazionali del calibro di Rabiot, Szczesny, Bremer e Chiesa. Solo per citarne alcuni – stanno compiendo un miracolo sportivo tenendo testa alla corazzata Inter.
Il giornalismo italiano, in particolare quello sportivo è un continuo leccare il sedere all’amico (e/o fonte) di turno. È nato cameriere, con massimo rispetto per chi svolge questa nobile professione, e morirà tale. Chiaramente fronte Inter le cose sono identiche: i cortigiani marottiani non sono pochi.
Tornando a bomba, le parole di Acerbi – e un po’ quelle di Mkhitaryan stamane a ‘La Gazzetta dello Sport’ – evidenziano però quanto venga temuta, oseremmo dire quanto faccia paura questa Juventus. Una squadra che sulla carta è inferiore, seppur non così immensamente tanto come vogliono far credere gli allegriani, ma con una solidità per certi versi superiore: 11 gol incassati, appena 7 da dopo Sassuolo-Juve ad oggi, cioè da fine settembre.
🗣️#Mkhitaryan: “Il nostro obiettivo è chiaro: la seconda stella. Finale di Champions? Possiamo tornarci” pic.twitter.com/qRa8HVw0VB
— Interlive (@interliveit) January 4, 2024
Inzaghi alla prova del nove
I bianconeri sono ora un gruppo unito verso un unico obiettivo, un gruppo rinsaldatosi evidentemente dall’agitata scorsa stagione. Qui sta il merito e l’esperienza di Allegri, non un rincoglionito prima e non un fenomeno adesso, bensì un allenatore che si sta confermando bravo a gestire i momenti, in partita e fuori dal campo, le situazioni sfavorevoli come quelle favorevoli. È un grande gestore pure di uomini, in questo somiglia molto ad Ancelotti, per noi il miglior allenatore al mondo. Non a caso guida il club più importante che c’è.
La prova del nove per Inzaghi sarà proprio questa, la gestione delle pressioni, che a Milano e all’Inter sono enormi, di una corsa Scudetto che forse sarà decisiva anche per il suo futuro. Finora ha fatto bene, ma a conti fatti ha vinto solo delle coppette. Per la consacrazione, sua e di questa Inter, occorre la seconda stella.