Inter-Verona, Henry minacciato di morte: “Piccola vita”

Il centravanti francese vittima di un episodio negativo, che ha visto coinvolta anche la sua famiglia, al fischio finale del match coi nerazzurri. L’accaduto

C’è anche lo zampino di Thomas Henry nella vittoria finale dell’Inter, centravanti che pur avendo ripreso momentaneamente i nerazzurri – passati in vantaggio con Lautaro Martinez – ha poi clamorosamente fallito il rigore che avrebbe potuto sancire il 2-2 definitivo negli ultimi finali di gara.

Henry: "Io e la mia famiglia minacciati di morte"
Thomas Henry – interlive.it

La prima punta francese ha, infatti, colpito il palo sinistro della porta difesa da Yann Sommer, che nulla avrebbe potuto fare in quella circostanza sul tiro dell’ex Venezia, spentosi poi sul legno e ribattuto fuori da un suo compagno di squadra. Un episodio che lascia una buonissima dose d’amaro in bocca nei confronti della formazione veneta, ieri protagonista di un’ottima gara contro l’attuale Capolista del torneo (peraltro in mura esterne).

A farne le spese lo stesso centravanti, già di per sé deluso per via dell’errore compiuto dal dischetto e attaccato poi in malo modo da alcuni cosiddetti ‘leoni da tastiera’ sul web.

Henry: “Hanno augurato la morte a me e alla mia famiglia”. Il post dell’attaccante via social

Thomas Henry, come spesso e volentieri accade al giorno d’oggi, è stato vittima di alcuni atteggiamenti intimidatori manifestati da parte di alcuni tifosi sul web, con questi ultimi rei di aver augurato la morte al centravanti francese e alla sua famiglia. A confermarlo il post rilasciato dal diretto interessato sul proprio profilo Instagram, uscito così allo scoperto:

Thomas Henry – interlive.it

“A tutte le persone che pensano di conoscere il calcio meglio di chiunque altro e che insultano la mia famiglia augurandole la morte, spero che possiate trovare pace un giorno nella vostra piccola vita. Gli errori fanno parte dello sport e quindi continuerò a lavorare per essere migliore di prima.

Un giorno vinci, un giorno perdi, un giorno segni, un giorno sbagli, questa è la mia vita da calciatore e sono orgoglioso di aver potuto segnare il mio secondo gol in carriera in questo stadio dopo una rottura dei legamenti e dopo aver iniziato a giocare a calcio all’età di 15 anni nell’ultima divisione francese. Quello che non ti uccide ti rende più forte. Sempre a testa alta, sempre avanti, sempre più in alto”.

 

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