La partita contro il Verona ha evidenziato lo scarso momento di forma di Arnautovic, ma Inzaghi continua a non ritenerlo un problema
Dopo Inter-Verona, Lautaro Martinez, dopo aver raccolto a centrocampo tutta la squadra, ha dovuto richiamare Arnautovic, che si era allontanato dal gruppo, per dar sfogo in solitaria al proprio nervosismo. Da quell’immagine è possibile ricavare un’esatta fotografia della situazione: l’Inter continua a far gruppo e a sostenere l’austriaco nonostante il suo preoccupante momento no e un atteggiamento non propriamente costruttivo, dentro e fuori dal campo.
Da quando è tornato dall’infortunio, Arnautovic continua a esprimere scarsa lucidità e inquietanti espressioni di fragilità emotiva. Forse credeva di partire titolare contro il Verona e per questo è entrato in campo con l’atteggiamento sbagliato. Primo pallone toccato: palla persa e goal degli ospiti.
Sì, c’era fallo. Ma un giocatore della sua stazza e della sua esperienza avrebbe potuto gestire meglio la situazione. Dopo lo sciagurato avvio, Arnautovic ha continuato a fare disastri. Ha sbagliato due goal che sembravano fatti e ha gestito male tutti i palloni che ha toccato.
Un Arnautovic così, al momento, non è in grado di aiutare la squadra neanche per 20′ minuti in casa mentre stai vincendo contro il Verona. Ed è grave. La squadra lo supporta. Ed è un bel segnale. Anche l’allenatore minimizza: i goal arriveranno…
Arnautovic indifendibile: per Inzaghi le riserve in attacco sono un problema
Tanti tifosi dell’Inter sono affezionati ad Arnautovic e lo hanno accolto nel migliore dei modi. Nonostante l’avvio incidentato in questa stagione, lo hanno promosso quando nelle ultime due partite prima di Inter-Verona ha dato piccoli segnali di ripresa. E in effetti, l’austriaco era sembrato un po’ più attivo, pericoloso e propositivo.
La prestazione contro il Verona è però da film horror. Peggio di quella di Lukaku contro il Monza la scorsa stagione. Appena meglio di quella di Dalbert in Inter-Empoli, ultima partita della stagione 2018-19.
Qual è il problema? Fondamentalmente, l’ex Bologna non può permettersi di entrare in campo come il principino da servire e riverire. Uno che entra sostituendo Thuram o Lautaro, il 90% delle volte impeccabili, dovrebbe entrare col sangue agli occhi.
Fisicamente ci sta che alla sua età e dopo un lungo infortunio manchi di reattività. Ciò che preoccupa di più è il gioco spesso irritante e monotono di cui si fa interprete. Non scatta, non anticipa la giocata, non crea spazi. E spesso commette fallo saltando e appoggiandosi con le mani.
Dicevamo dei tifosi che continuano a volergli bene e a sostenerlo. Anche la squadra crede nelle sue qualità. Calhanoglu ha condiviso un messaggio via social dopo Inter-Verona, affiancandolo a una foto in cui abbraccia era Arnautovic: “Siamo una squadra. Stiamo insieme, vinciamo e perdiamo insieme. Se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi in questa stagione, lo faremo insieme. La stagione è lunga e abbiamo bisogno di ogni individuo lungo il cammino“.
Pochi goal, poco impegno
L’Inter è giunta alla diciannovesima giornata. L’anno scorso, allo stesso punto della stagione, la disastrata coppia Lukaku-Correa (uno infortunato, l’altro inqualificabile) avevano segnato 4 reti. Sanchez e Arnautovic sono a quota 1.
Nel 2021-22, la coppia di riserva Sanchez-Correa, in diciannove giornate, ne aveva fati 6. L’anno prima, Sanchez-Pinamonti, ne avevano fatti 2. 2 goal anche per Sanchez-Esposito nel 2019-20. Nel 2018-19, la coppia Keita-Lautaro aveva portato addirittura 7 goal nel girone d’andata.
L’estate scorsa al posto di Arnautovic sarebbe potuto arrivare Morata. Lo spagnolo costava parecchio e difficilmente avrebbe accettato il ruolo di riserva. Un’alternativa più plausibile poteva essere Muriel. Il colombiano, anche se anzianotto e un po’ sovrappeso, ha almeno tecnica e vivacità. Sa stoppare un pallone e vedere la porta.
E l’impressione, impietosa, è che Inzaghi avrebbe avuto almeno qualcosa con cui lavorare invece di dover cercare di recuperare Arnautovic e Sanchez. L’austriaco sta dimostrando di faticare a reggere la pressione dal punto di vista mentale. Il cileno non ne ha più.
E Inzaghi ha un problema che nella seconda parte della stagione potrebbe trasformarsi in un guaio. Che fare? Promuovere Sarr dalla Primavera? No, bisogna insistere con Sanchez e Arnautovic: hanno lo spessore tecnico e l’esperienza per recuperare.