Cedere Alexis Sanchez per prendere un attaccante del Chelsea: si può fare? L’impressione è che il Niño non si muoverà
L’unico modo per avere un nuovo attaccante sarebbe sbarazzarsi di Alexis Sanchez, e l’unico modo per accompagnarlo alla porta sarebbe togliergli spazio… Il cileno, tornato ad agosto a Milano dopo un anno in Francia, sembra già destinato a uscire di nuovo a giugno di quest’anno. E se poi dovesse manifestare l’intenzione di andarsene prima, cioè già a gennaio, nessuno lo fermerebbe. Questa è la triste situazione attuale del Niño. All’Inter si sono oramai accorti che il cileno non può offrire ciò che si aspettava da un giocatore del suo calibro. L’età è quella che è, e le esigenze tattiche nerazzurre non si sposano al 100% con le sue caratteristiche.
La speranza iniziale era che potesse dare di più di quanto aveva fatto nella sua prima esperienza in nerazzurro, accontentandosi del ruolo di riserva. Per la serie “patti chiari e amicizia lunga”, Sanchez è tornato a Milano sapendo di non dover più tirar fuori le storie del campione insofferente o del leone in gabbia.
Finora, almeno dal punto di vista comportamentale, Alexis ha fatto ciò che gli era stato chiesto. In campo, invece, sta facendo poco e niente. Non è una prima punta, il cileno. In passato, grazie alla velocità e alla tecnica, si è saputo destreggiare come terminale offensivo, pur non essendo quello il suo ruolo ideale. Adesso sembra che il compito gli sia fisicamente impossibile.
Ma il cileno non vuol partire. Su di lui ci sarebbero alcuni club arabi, disposti a pagargli un bell’ingaggio. Cederlo in anticipo, sarebbe importante per l’Inter in questo momento, perché significherebbe sostituirlo con un elemento più congeniale.
In realtà, la faccenda è un po’ più complicata. A parte il fatto che Sanchez non sembra avere intenzione di lasciare Milano, c’è anche da mettere in conto che il risparmio in caso di cessione sarebbe solo di metà dell’ingaggio. Quindi poco più di 2 milioni di euro. L’alleggerimento sarebbe dunque relativo.
Dal punto di vista tecnico si creerebbe spazio per un nuovo innesto. Magari da prendere in prestito. E il nome più probabile come obiettivo è quello di Broja del Chelsea.
L’altro profilo seguito dall’Inter è Martial del Manchester United. Ma tutti questi discorsi hanno poco senso, dato che senza l’uscita di Alexis Sanchez non è possibile inseguire nessun altro obiettivo.
Il club nerazzurro afferma di essere a posto così, con Arnautovic e Sanchez come riserve di Thuram e Lautaro. I dati dicono però che l’austriaco e il cileno non riescono a offrire garanzie in termini di goal e rendimento a Inzaghi. E una squadra che punta alla seconda stella ha bisogno di alternative di livello.
Sanchez, no all’Arabia: l’alternativa Broja dal Chelsea è per ora lontana
Finora el Niño Maravilla ha fatto intendere di non aver alcun interesse nel considerate le offerte che potrebbero arrivare o sono già arrivate dai sauditi. Tuttavia, non è scontato che la sua posizione sia quella definitiva. Vedendosi bocciato da Inzaghi e relegato ai margini, il cileno potrebbe cambiare idea. Anche il viaggio in Arabia, per la Supercoppa, potrebbe influire sui piani futuri dell’ex Arsenal e Barcellona.
Sanchez vuole giocare perché si sente ancora un top-player. Inoltre i sauditi potrebbero alzare la loro offerta e convincere l’obiettivo per ora riluttante. Solo in tal caso, cioè dopo il 22 gennaio, si potrebbe parlare di un sostituto.
In questo senso, per l’Inter, la situazione è complicata. La dirigenza deve trovare un attaccante di livello potendo sfruttare pochissime risorse. Ci si può muovere solo in prestito. Per questo, in caso di partenza di Sanchez, si guarda soprattutto a Broja, che il Chelsea potrebbe liberare per parte della stagione.
Il problema è il vincolo per il numero di prestiti consentiti per ciascuna stagione, ovvero non più di sette. L’Inter per ora ne ha quattro (Audero, Augusto, Frattesi, Arnautovic), quindi può prenderne altri tre. Il Chelsea, però, ne ha già prestati tanti, cioè troppi… Romelu Lukaku, Kepa, Lewis Hall, Angelo, Ziyech, Gabriel Slonina e Moreira.
Un acquisto sbagliato
Perché l’Inter ha voluto riportare Sanchez a Milano? Il cileno si era trasferito in nerazzurro a fine agosto 2019, in prestito dallo United. E nella sua prima stagione con l’Inter, allenato da Antonio Conte, il cileno riuscì a imporsi con fatica, guadagnandosi la riconferma solo grazie alle buone prestazioni nella seconda parte della stagione.
Dopo aver risolto il suo contratto con lo United, l’attaccante di Tocopilla si unì all’Inter, con uno stipendio altissimo. Nel secondo anno all’Inter, Sanchez giocò peggio del previsto e si fermò molte volte per infortunio. Fu l’anno dello Scudetto e delle critiche pesanti di Conte che lo accusò di essere scarso sotto porta: “Deve essere più cattivo. Per gli attaccanti parlano sempre i numeri“.
Il suo terzo anno a Milano lo ha passato con Inzaghi in panchina. Il tecnico piacentino ha mostrato di apprezzare il gioco del cileno e gli ha dato più spazio. Non abbastanza, secondo i parametri dell’ex Udinese. Tutti ricordiamo le sue dichiarazioni dopo la rete che aiutò l’Inter a vincere la Supecoppa Italiana vinta contro la Juve: “Hey amigo, i campioni sono così“. Il leone in gabbia voleva essere titolare. Così l’Inter si decise per la risoluzione del contratto un anno prima della naturale conclusione, pagandogli un sacco di soldi.
In Francia, nel Marsiglia, Sanchez firma 18 goal in 44 partite e poi esprime il desiderio di tornare all’Inter. Marotta e Ausilio lo hanno accontentato riportandolo a zero a Milano. Ma finora il cileno ha fatto poco e male. E il suo ritorno può essere giudicato un errore.