Massimiliano Allegri vuol giocare a guardia e ladri: un giochino divertente per bambini irrequieti, ma non solo
Dopo che Marotta ha raccontato la corsa allo Scudetto e il gioco delle parti attraverso l’allegoria della caccia alla lepre, Massimiliano Allegri ha voluto rispondere con un altri termini retorici, apparentemente più velenosi. L’ad nerazzurro aveva paragonato l’Inter alla lepre che deve, per forza di cose, correre per sfuggire ai cacciatori pronti a spararle per arrestare la sua fuga.
Ad Allegri il ruolo di cacciatore calza a pennello. Non gli dispiace inseguire e puntare il fucile, anche se finora ha sempre cercato di scollegare la sua Juve dagli oneri propri di una candidata allo Scudetto. Dopo la vittoria per 3-0 contro il Sassuolo, l’allenatore dei bianconeri ha voluto tuttavia accogliere e poi modificare la figura retorica evocata da Marotta, parlando del gioco di guardia e ladri.
“Se c’è una lepre davanti“, ha detto Allegri a DAZN, “c’è qualcuno dietro che insegue, come il gioco a guardia e ladri: uguale. I ladri scappano e le guardie rincorrono“.
La battuta di Allegri di ieri sera sta generando un’assurda serie di polemiche. I tifosi juventini sembrano estasiati dall’uscita dell’allenatore e la interpretano come una specie di denuncia: di colpo l’Inter si sarebbe trasformata in una squadra dalla coscienza sportivamente sporca e la Juve avrebbe indossato le vesti di una eroina che si batte per il bene, l’onestà e i diritti dei più deboli.
Guardia e ladri: Allegri lancia la sfida
Alcuni tifosi interisti reagiscono con nervosismo o eccessiva permalosità, mostrando così di aver subìto il peso dell’uscita dell’allenatore juventino. Evidentemente, il calcio oggi è questo: un terreno di scontro verbale e di insinuazioni poi ingigantite, travisate o strumentalizzate dai social.
Ogni dichiarazione viene sempre collegata a fini oscuri o intenzioni polemiche. Fondamentalmente, si tratta di chiacchiere senza senso. Allegri scherzava. E non c’è bisogno di soffermarsi più di tanto sul senso delle sue parole.
L’Inter deve concentrarsi su altro. Per esempio sul fatto che potrebbe arrivare alla partita con la Fiorentina a -4 dalla Juve capolista. E sarebbe un bel test per saggiare la tenuta mentale della squadra allenata da Simone Inzaghi. Prima che l’Inter scenderà in campo per la sfida contro i Viola, i bianconeri avranno infatti due partite in più (i nerazzurri giocano un giorno dopo).
Le guardie, almeno per un momento, acciufferanno i ladri e li supereranno, sbarrando loro la strada. Poi vedremo che cosa succederà. In passato, in situazioni simili, l’Inter ha gestito molto male la partita in meno. E sappiamo com’è andata a finire.
L’unica cosa certa è che, comunque andrà a finire a Firenze, l’Inter deve vincere la partita con la Juventus: lo scontro diretto, quello del 4 febbraio. L’impressione è che la squadra nerazzurra, almeno mentalmente, sia cresciuta tanto rispetto a due anni fa.
La speranza è quindi che giocatori e mister siano abbastanza maturi e agguerriti per potercela fare. Lo Scudetto potrebbe decidersi contro la Juve al Meazza, ma anche dopo: le partite da disputare sono ancora tante.
Onestà, metaforica o strumentale
Sono bastati tre anni senza Scudetto, un patteggiamento per illeciti reiterati, sanzioni comunque sostenibili e coloro che sono stati spesso sfottuti come “ladri” da parte del tifo nazionale, oggi si sentono abbastanza alleggeriti moralmente da potersi paragonare a guardie e dare dai ladri ad altri.
Quella di Allegri era senz’altro una battuta. Il tifoso interista ci terrà comunque a ricordare che tra i requisiti richiesti per dirsi guardia e infilarsi una divisa addosso c’è quello di non avere carichi penali pendenti. Ma va bene lo stesso. Ora la Juve fa la guardia.
L’Inter scappa come una ladra. E va bene anche questo. L’importante è scappare e non farsi raggiungere. Giochiamo pure a guardia e ladri, Max. I giocatori nerazzurri sembrano pronti.