Tre statistiche uniche relative all’incredibile cammino del centrocampista turco in questa stagione, non fa rimpiangere giocatori come Milito e Ibrahimovic
Incontenibile è la parola chiave, sì. Perché difficilmente un calciatore del suo ruolo e con le sue stesse qualità ha saputo fare meglio. Chiaro, il suo background da trequartista rifinitore si fa sentire e gli continua a dare qualche vantaggio. Ma saper poi mettere in pratica tutti i vecchi precetti in una dimensione nuova, da mediano, alla quale non è mai stato abituato è roba per pochi.
Hakan Calhanoglu non si ferma più. Segna come fosse un attaccante. E soprattutto gli riesce bene dal dischetto, tanto da essere già uno dei recordman dell’intero campionato di Serie A. Aver messo a segno quel calcio perfetto contro il Monza lo porta a quota tredici rigori consecutivi segnati. Una serie infinita che torna indietro nel tempo sino al 2020, quando indossava ancora la maglia del Milan. E adesso il record assoluto dista soltanto tre lunghezze.
Calhanoglu fa sempre meglio, tra record di gol su rigore e prima doppietta in 222 presenze in A
Anche entro le mura casalinghe dell’Inter non scherza affatto. Ha quasi fatto meglio di chi come Diego Milito e Zlatan Ibrahimovic, ai loro rispettivi tempi di massimo splendore, avevano messo a segno otto gol su calcio di rigore in una singola stagione.
Calha è già a quota sette, su nove complessivi. Una marea. Nove gol, fra l’altro, segnati in appena 20 presenze. Il turco è così riuscito ad eguagliare il suo personalissimo score di reti segnate nel corso della stagione 2019/2020 con la maglia del Milan in 35 presenze. Pazzesco. Sembra dunque sulla buona strada per disintegrare completamente il suo passato rossonero.
Ma non finisce qui. Calhanoglu è tornato a brillare anche con una doppietta, la prima in Serie A dopo 222 presenze. Un vizio che aveva perso da tempo. Averne messa a referto una, contro il Monza, lo porta indietro nel tempo sino alle sue esperienze in Bundesliga nel lontano 2017. Insomma, è totale Calha-mania.