Il quarto posto, gli scappati di casa e il miracolo Juve: tutte cavolate portate avanti dai lacché del tecnico bianconero. Non è solo Inzaghi obbligato a vincere
Questa Juve fa paura e finalmente ieri sera, dopo la netta vittoria sul Lecce e il conseguente sorpasso in vetta alla classifica, Allegri ha gettato la maschera. Del resto la storia del quarto posto, portata avanti anche dai suoi lacché – incredibile, gli stessi di Mourinho… – faceva ridere i polli.
La verità è che la Juventus ha in testa lo Scudetto fin dall’inizio della stagione, forte del fatto che gioca una partita a settimana e che le pressioni, giusto o sbagliato che sia, sono solo sull’Inter. Ma anche di una rosa validissima, seppur non strutturalmente e sul piano dell’esperienza al livello di quella di Inzaghi.
Dopo un anno e mezzo di disastri, avendo però fra le mani una squadra fatta coi piedi da Paratici con l’avallo di Agnelli, Allegri è tornato a far bene il suo mestiere dando compattezza e mentalità a un gruppo che aveva in sé valori importanti.
Giovani bravi, se non fenomenali come Yildiz, e calciatori ben oltre la classe media, da Bremer al ritrovato Vlahovic senza dimenticare Rabiot, Chiesa, Danilo e tanti altri. Tutti questi citati sarebbero dei mezzi titolari, forse anche qualcosa di più nell’Inter. Oltre a quella del quarto posto, insomma, fa ridere pure quella di un Allegri, l’allenatore più pagato della Serie A sulla panchina del club col monte ingaggi più alto, dunque in un mondo normale obbligato a vincere pure lui, che sta facendo miracoli con degli scappati di casa.
Ora l’Inter è dietro e con un calendario complicato. Bisognerà poi capire come reagirà, sotto l’aspetto psicologico, al sorpasso e al fatto di dover recuperare una partita. Non tralasciando l’aspetto fisico, perché è fattuale il maggior numero di impegni. Allo scontro diretto del 4 febbraio c’è il rischio che possa arrivare dietro la Juve anche di più punti.
Lautaro e compagni rimangono però i favoriti, perché l’Inter è complessivamente più forte pur non essendo il Real Madrid né quella del Triplete. È chiaro che per la stagione conterà molto di più la gara di Firenze che quella di stasera col Napoli per la Supercoppa. Brutto dirlo, ma è proprio così. Lo Scudetto è l’unica cosa che conta, parafrasando il motto juventino e come fa intendere Marotta ogni volta che parla. Che conterà per l’Inter e per il futuro nonché l’immagine dello stesso Inzaghi, che ha di sicuro meno ‘amici’ di Allegri.
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