Mazzarri ci stava riuscendo, con la partita indirizzata verso i calci di rigore. Poi l’espulsione di Simeone che ha spostato l’inerzia della gara a vantaggio dell’Inter
Il Napoli ha giocato una partita quasi perfetta sotto l’aspetto tattico. Mazzarri ha proposto il meglio del suo repertorio e il massimo che potesse offrire considerate le assenze, pesantissime quelle di Anguissa e Osimhen, e tutti i problemi che hanno fin qui contraddistinto la stagione azzurra.
Mazzarri l’ha preparata anzittutto per non perderla, questo va detto, del resto davanti c’era un’Inter al completo che con la Lazio era stata devastante anche per colpe della stessa squadra di Sarri. E ci stava riuscendo, con la partita indirizzata verso i calci di rigore. Poi l’episodio chiave, l’epulsione di Simeone. Un rosso ingiusto, perché la prima ammonizione era stata fin troppo generosa – idem quella di Barella, ma questa è un’altra storia – che ha indubbiamente spostato l’inerzia della gara a favore di un’Inter che già aveva alzato i giri del motore.
Le occasioni create dai nerazzurri, pur tra mille difficoltà dovute proprio alla prestazione del Napoli nonché a una minor brillantezza rispetto a venerdì scorso, erano state diverse e quindi il gol sarebbe potuto arrivare ugualmente e con largo merito.
Ma le partite di calcio, a maggior ragione una finale, vengono decise da episodi. Da dettagli, errori e orrori o gesti tecnici straordinari che possono avvantaggiare una o l’altra squadra. Perciò se si vuol essere intellettualmente onesti, non inseguendo like e dando un po’ di dignità a quello che resta di questo disgraziato mestiere, bisogna ammettere che la svista di Rapuano ha alzato a dismisura le percentuali di vittoria dell’Inter.