Alessandro Bastoni via dall’Inter: non contento del suo ruolo in squadra, il difensore ha parlato della sua insofferenza
“Ho fatto le guerre per poter andar via“, ha raccontato di recente Alessandro Bastoni. Il difensore, acquistato dall’Inter nel 2017, si è fatto le ossa in prestito all’Atalanta, la squadra da cui i nerazzurri di Milano lo avevano prelevato, e dopo un anno al Parma, è entrato a far parte dell’Inter.
Era il settembre del 2019, e da allora il classe 1999 di Casalmaggiore è diventato un volto simbolo della squadra nerazzurra. Eppure, almeno all’inizio, Bastoni non era contento di essere arrivato all’Inter. Lo ha raccontato lui stesso a Frog Talks, il podcast di Andrea Ranocchia.
“Venivo dall’Atalanta“, ha raccontato il difensore nerazzurro, “ero dell’Inter e ho fatto tre settimane qui prima di andare a Parma in prestito. Avevo rotto il menisco. I primi due anni mi ha dato problemi, ma adesso… Dopo la prima stagione a Parma, ho avuto la fortuna di trovare Conte a Milano. Io ho fatto le guerre per andare via, dato che avevano appena preso Godin, e c’erano Skriniar e de Vrij…”
Bastoni, che l’anno prima aveva giocato parecchio al Parma, avrebbe preferito essere ceduto di nuovo in prestito, per avere più spazio. Ma Conte ha insistito per tenerlo in rosa. “Ogni tanto con Barella ne parliamo: abbiamo fatto una fatica allucinante con Conte, ma stavamo talmente bene che passava“.
Ora, ovviamente, Bastoni non vuole più andar via: l’Inter è casa sua, e con Inzaghi si trova benissimo. “Inzaghi ha trovato un gruppo di ragazzi perfetto, siamo tutti mentalizzati per far bene, non c’è chi non gioca e allora si allena male. A noi giovani ha fatto bene fare quegli anni dietro te, Brozovic, Handanovic“, ha detto poi a Ranocchia.
Il difensore mancino ha poi voluto ricordare com’è nata la sua abilità nell’impostare. Forse, la capacità è stata affinata a Parma, dove giocava con Bruno Alves, ma è sorta molto prima. “All’Atalanta nelle giovanili non fai palestra, fai solo tecnica. Lì ho sviluppato il fatto di non aver paura di impostare. Ora ho vicino Calhanoglu che vuole la palla, non ha paura nemmeno lui!”
Ma con il turco c’è sintonia. “A volte mi trovo quinto, a volte mezzala, a volte lui si abbassa nella linea e io vado a fare il play. Mi trovo bene“.
“Il pubblico del Meazza è spettacolare“, ha continuato Bastoni, che ha ricordato di non aver mai visto lo stadio con meno di settantamila spettatori. “Ci aiutano tanto, non ci sono più i fischi. C’è tanto sostegno. Qualche momento negativo c’è stato, qualche momento in cui non ti senti in fiducia… Le partite le giochiamo ogni tre giorni, se ne sbaglio una c’è l’altro. Mi dà fastidio quando sbaglio, faccio passare giornate brutte a casa, ma quel che mi importa è la salute dei familiari…“.
Rispetto ai suoi progetti futuri, il difensore ha ribadito di essere contento all’Inter, dove pur avendo solo ventiquattro anni è uno dei più anziani. “Questo è il quinto anno qui, sono arrivato a diciannove. Si sta bene, è bello il mondo, Inter, e al momento non mi vedo lontano da qui… Ma chi me lo fa fare di andare via? Siamo un bel gruppo. Tanti ragazzi giovani come spina dorsale, italiani. Lautaro è argentino ma è qui da tanti anni“.
Ovviamente, Ranocchia ha chiesto a Bastoni di parlare della finale di Champions League contro il City. E l’ex Atalanta ha ammesso che quella sfida ha dato tanto al gruppo, sia in termini di stimoli che di consapevolezza. “Ci siam guardati in faccia dopo aver perso dodici volte in campionato, abbiamo visto i video, ci siamo compattati, difendendo tutti assieme. Col City abbiamo visto che possiamo stare a quel livello“.
“Quest’anno abbiamo cominciato come avevamo terminato l’anno prima. E ci riproveremo, perché è bello arrivare lì”. E ora Bastoni pensa anche che sarebbe ancora più bello vincerla, una finale.
“Era quasi surreale. Partiti a inizio stagione pensavamo di vederla in tv. Invece sei lì e quasi quasi ci provi. Noi eravamo tranquillissimi e dal campo si sentiva la pressione che avevano loro di vincere. Abbiamo provato a giocarla. Abbiamo avuto anche un paio di occasioni, e loro sono rimasti spiazzati“.
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