Volevano un campione, uno con 13 trofei alle spalle e personalità da vendere, e alla fine è arrivato Pavard: tutti felici
Per colmare il vuoto in difesa lasciato da Skriniar, trasferitosi a zero al PSG, l’Inter aveva pensato a un difensore esperto e abituato a vincere. All’inizio i dirigenti interisti si sono concentrati su un difensore in scadenza con 24 trofei in bacheca (solo col proprio club, cioè senza contare i trofei vinti con la Nazionale).
Poi quando hanno capito che l’obiettivo non sarebbe stato raggiungibile, hanno virato su un altro mostro sacro, uno con 13 trofei vinti in carriera. Il primo obiettivo era Nacho Fernandez, in scadenza con il Real Madrid.
Il giocatore simbolo dei Blancos aveva mostrato interesse per la corte nerazzurra, ma alla fine ha scelto di continuare al Real, per chiudere la carriera nella squadra in cui ha sempre giocato, fin da ragazzino.
Il secondo obiettivo estivo per la difesa, sempre da prendere a zero, era Cesar Azpilicueta. Lo spagnolo aveva deciso di non rinnovare con il Chelsea e sembrava pronto a prendere in considerazione l’offerta dell’Inter. Per questioni personali, alla fine, ha preferito accordarsi con l’Atletico Madrid.
Azpilicueta piaceva sia a Marotta che a Inzaghi: nato terzino e poi adattato centrale da Mourinho, nonostante l’età, lo spagnolo avrebbe potuto garantire al tecnico nerazzurro spinta e qualità come braccetto destro, inoltre avrebbe potuto portare in dote la mentalità vincente di giocatore con 13 trofei vinti in carriera.
A ogni modo, l’ex Chelsea ha scelto di tornare in Spagna, lasciando l’Inter a bocca asciutta. E così il club nerazzurro si è trovato costretto a sondare altre piste e soprattutto a porsi di fronte a un dilemma: meglio investire su un difensore di spessore e prendere un attaccante così così oppure andare su una punta di livello e virare su un difensore in prestito o a pochi milioni.
Ausilio avrebbe voluto provare a chiedere Chalobah del Chelsea in prestito, ma i Blues gli avevano già fatto capire che il difensore non si sarebbe mai mosso a titolo temporaneo. Si era allora cominciato a parlare di Demiral dell’Atalanta. Poi, però, a fine agosto, dopo un paio di settimane ad alta tensione, l’Inter è riuscita a prendere Pavard dal Bayern Monaco.
Un difensore abituato a vincere, con la Nazionale e in club, molto duttile, con grande visione di gioco, abilità nell’impostare l’azione e nel marcare. Se Pavard è ora un giocatore dell’Inter lo si deve anche all’ostinazione di Inzaghi, che ha premuto tanto affinché il club non si lasciasse intimidire dal prezzo alto del francese. Meglio un difensore di spessore che una terza punta da 25-30 milioni.
Dopo sei mesi a Milano, Benjamin Pavard si è già messo in luce come un ottimo acquisto. Già prima aveva fatto breccia nel cuore dei tifosi dell’Inter grazie alle sue corse sotto la curva e le buone prestazioni in campo. Contro la Juventus ha giocato la sua migliore partita. In difesa è stato perfetto e si è fatto notare anche in avanti, contribuendo al goal vittoria (cioè all’autorete di Gatti).
Proprio dopo l’autorete di Gatti, dopo aver festeggiato sotto i compagni, Pavard è andato di nuovo esultare sotto la curva nerazzurra. I tifosi lo hanno applaudito mentre si batteva più volte il pungo sul petto.
Pavard si è preso definitivamente l’Inter. Prima di segnalarsi tra i migliori della sfida contro la Juve si era già messo in mostra per un salvataggio provvidenziale di Firenze: è il difensore moderno e d’esperienza che Inzaghi voleva all’Inter. Ora c’è e tutti possono ammirarlo.
Nessun rimpianto per Azpilicueta: l’Inter ha preso un giocatore più giovane, più integro dal punto di vista fisico e perfetto per il gioco di Inzaghi.
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