Ecco qual è il segreto rivelato dall’attuale Direttore Sportivo nerazzurro, a difesa di questi colori da oltre venticinque anni di tempo
Le strade di Piero Ausilio e quella dell’Inter si sono incrociate per la prima volta nel lontano 1998, momento in cui il dirigente originario di Cinisello Balsamo venne assunto dai nerazzurri come segretario del settore giovanile.
Circa dieci anni dopo, il dirigente ora 51enne è poi diventato il nuovo Direttore Sportivo del club meneghino, carica ricoperta tutt’ora dal diretto interessato. Quella che lega Ausilio e la società di ‘Viale della Liberazione’ è una storia contraddistinta da innumerevoli successi, a cominciare da quello del Triplete, traguardo conseguito dai nerazzurri nel 2010. I successi più recenti, invece, restano le 2 Coppe Italia e le 3 Supercoppe Italiane conquistate da Lautaro e compagni negli ultimi due anni e mezzo con Simone Inzaghi alla guida del club.
Tanti, tantissimi gli affari portati a termine nelle passate stagioni dal dirigente lombardo per conto dell’Inter, club che nella persona di Ausilio ha accolto alla propria corte innumerevoli calciatori di livello. Pensiamo ad esempio ai vari Skriniar, Icardi, Brozovic e così via, fino ad arrivare agli ultimi arrivati Barella, Calhanoglu, Thuram e così via (in questo caso col contributo di Beppe Marotta, attuale Amministratore Delegato nerazzurro).
Ognuno di questi giocatori, a prescindere dal fatto che possa ancor militare o meno nell’Inter) è riuscito a dare negli anni un certo tipo di contributo a questa squadra. Merito, in questo caso, anche di una figura esperta come Piero Ausilio, che ha svelato pubblicamente i cosiddetti ‘trucchi del mestiere’.
Piero Ausilio, dirigente che ha preso parte alla cerimonia del premio ‘Amico dei Bambini’ (evento svoltosi a Milano nelle scorse ore), ha spiegato nella serata di ieri alcuni ‘segreti’ della propria mansione. Queste le sue dichiarazioni:
“Come si scova un talento? È difficile dirlo. Per anni ho fatto il responsabile del settore giovanile, finendo per ricoprire questa carica lavorativa di Direttore Sportivo soltanto in seguito. Quel che posso assicurarvi è che i giudizi affrettati, fatti in un’età particolare, presentano sempre tantissimi rischi. Io ai miei allenatori ho sempre detto di avere pazienza, di aspettare, e di rimandare più in là i giudizi perché si rischia sempre di fare errori madornali. Questo è quel che bisogna fare per non avere rimpianti”.
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