I rossoneri si mordono ancora le mani. A far festa è la formazione di Simone Inzaghi, che si gode tutt’ora il proprio top player
Procede nel migliore dei modi la stagione dell’Inter, club che sinora ha perso una sola ed unica partita in stagione nei 90′ regolamentari, quella dello scorso 27 settembre contro il Sassuolo.
Eccezion fatta per la delusione rimediata in Coppa Italia col Bologna nei tempi supplementari, Lautaro e compagni sono già riusciti in occasione dello scorso 22 gennaio ad aggiungere un nuovo trofeo nella propria bacheca, quello della Supercoppa Italiana conquistata a Ryiad contro il Napoli col risultato di 1-0.
Ottimo anche il cammino intrapreso sia in campionato che in Champions League da parte dei nerazzurri, in questo momento al comando della classifica generale di Serie A e prossimi a dover affrontare l’Atletico Madrid nel doppio confronto a cavallo tra fine febbraio e metà marzo. Merito, sicuramente, delle tante pedine di spessore che figurano all’interno della rosa di Simone Inzaghi, tecnico che per propria fortuna può contare su calciatori del calibro di Thuram, Pavard, Calhanoglu e così via.
Nessuno, e sottolineiamo nessuno, si sarebbe aspettato un rendimento del genere da parte del centrocampista turco, che una volta passato da una sponda all’altra di Milano è riuscito ad alzare notevolmente il livello delle proprie prestazioni, peraltro in un ruolo del tutto differente rispetto a quello della mezz’ala. Un vero e proprio regalo quello fatto, sostanzialmente, dai rossoneri ai propri cugini rivali, con questi ultimi che ancora al giorno d’oggi ringraziano l’intera dirigenza del ‘Diavolo’ per questa opportunità di mercato (inizialmente nata dalla proposta fatta recapitare ai nerazzurri direttamente dall’agente del classe ’94).
A risultare fatale nell’estate del 2021 la distanza su quel rinnovo – poi non andato a buon fine – tra Calhanoglu e il Milan, una differenza di 500mila euro per tre/quattro stagioni che ha poi permesso al club di ‘Viale della Liberazione’ di portare a termine questo affare, a maggior ragione dopo quel che è accaduto a Christian Eriksen (all’epoca legato all’Inter da un accordo valido sino a giugno 2024) durante #Euro2020. A tornare sulla separazione avvenuta tra Calhanoglu e il Milan in quei tempi è stato proprio un ex dirigente rossonero, uscito allo scoperto in questo modo nelle ultime ore.
Mirabelli: “Non è stato Calhanoglu a volersene andare, è il Milan che ha deciso di non trattenerlo”
Massimiliano Mirabelli, ex DS del Milan che ai tempi portò Hakan Calhanoglu in rossonero, una volta intervenuto davanti ai microfoni di ‘Tuttosport’ ha ripercorso i passi dell’addio del forte centrocampista turco dalla formazione ora guidata da Stefano Pioli.
Queste le dichiarazioni rilasciate dal dirigente 54enne, oggi responsabile dell’area tecnica oltre che Direttore Sportivo del Padova, in merito a quanto accaduto nell’estate del 2021: “Al giorno d’oggi c’è chi crede ancora che Calhanoglu abbia tradito i rossoneri, ma in realtà non è così. Non è stato Calhanoglu a volersene andare, è il Milan che ha deciso di non trattenere il turco“.
A prescindere dal modo in cui il classe ’94 e il ‘Diavolo’ si siano detti addio, quel che è certo è che la formazione di Stefano Pioli abbia perso un calciatore di assoluto valore, diventato poi uno dei migliori centrocampisti in Europa nel momento in cui approdato alla corte di Simone Inzaghi. A testimoniarlo gli 11 centri stagionali da segnalare in favore dell’attuale numero 20 nerazzurro.