Dopo Roma-Inter, Acerbi e Inzaghi potrebbero essere puniti dalla procura federale: ecco chi rischia di più
Al di là delle polemiche sul goal di Francesco Acerbi convalidato dal direttore di gara nonostante la posizione dubbia di Thuram, la sfida all’Olimpico fra giallorossi e nerazzurri ha suscitato dibattiti anche in relazione a dei comportamenti censurabili da parte dello stesso difensore ex Lazio e di Simone Inzaghi.
Che cos’è successo? Partiamo da Inzaghi. L’allenatore nerazzurro, squalificato, ha assistito alla partita dagli spalti, lasciando la guida diretta della squadra al suo vice Farris. Inzaghi è però accusato di aver comunicato con i suoi giocatori durante l’intervallo.
Con l’Inter sotto di un goal e in evidente difficoltà contro gli uomini allenati da De Rossi, l’allenatore nerazzurro avrebbe sentito l’esigenza di spronare la squadra. Per farlo avrebbe parlato in viva voce. A testimoniarlo è stato Alessadro Bastoni a fine match.
Il difensore ha rivelato che l’allenatore era assai arrabbiato e che avrebbe gridato più volte alla squadra di sfruttare di più i quinti. Della videochiamata ha parlato anche Farris, contraddicendo però Bastoni.
Acerbi e Inzaghi rischiano dopo Roma-Inter: la scelta della procura
Più informato sul regolamento che impedisce all’allenatore squalificato di comunicare direttamente con i giocatori, Farris ha corretto il tiro, dichiarando che Inzaghi avrebbe parlato solo con lui. Per questo motivo, in mancanza di una versione univoca e di prove concrete, è difficile pensare che Simone Inzaghi possa essere punito per la trasgressione al regolamento.
La procura federale sembra infatti orientata a lasciar correre. Tutti gli allenatori, infatti, comunicano tramite telefono con lo spogliatoio nei casi in un sono squalificati. Il caso di Inzaghi non è dunque un caso.
Se Inzaghi sembra destinato a salvarsi, non dovrebbe invece passarla liscia Acerbi. Il difensore ex Milan e Lazio è stato già iscritto nel fascicolo della procura federale e, molto probabilmente, verrà squalificato per il vesto volgare rivolto al pubblico dell’Olimpico durante la sua sostituzione.
Acerbi è uscito dal campo al 64′ per infortunio. Durante il primo tempo del match era andato in goal. E l’Olimpico, che non ha dimenticato il suo passato biancoceleste, lo ha salutato proprio dopo la rete con un affettuoso e reiterato “Devi morire“. Al che il trentaseienne ha deciso di rivolgere ai tifosi il dito medio.
Un comportamento interpretabile come una chiara violazione del codice di giustizia sportiva. La violazione coinvolge l’articolo 4, cioè quello relativo al comportamento etico. Tutti i tesserati dei club iscritti alla Federazione gioco calcio devono garantire lealtà, la probità e la correttezza nei comportamenti.
Oltre al coro finalizzato a invocare un decesso prossimo del difensore, i tifosi giallorossi avrebbero utilizzato chiari riferimenti alla malattia che Acerbi ha affrontato nel 2014 (malattia fortunatamente superato). Ci sta, dunque, dal punto di vista umano che il difensore abbia voluto rispondere.
Sanzione: 2 giornate o multa?
Il dito medio mostrato alla Tribuna Montemario non è comunque una risposta consona per un giocatore di Serie A. Eppure l’arbitro e i quattro ispettori della procura FIGC a bordo campo avrebbero notato nulla durante la partita.
Solo al termine del match alcune foto del dito sono finite sulla scrivania del procuratore federale Chiné. E così è partita l’indagine. Per regolamento, il difensore potrebbe essere punito con 2 giornate.
Se la squalifica arriverà davvero lo stabilità appunto l’indagine. Il giocatore verrà ascoltato nei prossimi giorni. Ma c’è un precedente importante: quello di Nicolo Zaniolo.
Nel settembre del 2022, l’ex Inter, allora alla Roma, rivolse lo stesso gestaccio ai tifosi laziali e non subì squalifica: venne multato per 10.000 euro. In quel caso la Roma patteggiò. Anche l’Inter dovrebbe fare lo stesso. Ma nel caso in cui società o giocatore dovessero non patteggiare ci sarebbe essere il rischio di una squalifica.