Attacchi al club che nonostante i debiti continua ad agire sul mercato: c’è il rischio di blocco per violazioni del Fair Play Finanziario
Sul fronte Fair Play Finanziario, considerando i bilanci della stagione 2022/23, la UEFA continua a monitorare tre squadre italiane per via dei costi legati alla squadra. La Juventus, per esempio, ha 400 milioni di costi che la UEFA potrebbe ritenere rilevanti, a fronte dei 480 di ricavi.
La UEFA ha introdotto la nuova regola della squad cost ratio che si basa sul rapporto tra i ricavi e i costi legati alla squadra, fissando un tetto al 70% da raggiungere entro tre anni. Questa regola è uno dei tre indicatori che la UEFA controlla a livello economico per sancire il rispetto del FFP. Gli altri due indicatori sono il football earnings e i debiti scaduti.
L’Inter dovrebbe avere un costo di squadra intorno ai 287 milioni e una somma di ricavi rivelati superiore ai 400 milioni. In questo senso, sul lato del FFP il club nerazzurro è tranquillo. Negli ultimi anni ha rispettato i limiti imposti sul mercato dalla UEFA e ha sempre chiuso il bilancio senza sforare.
I debiti di Zhang non sono debiti che incidono sul bilancio. Con una manovra perfettamente legale, l’Inter ha infatti spalmato questi conti in negativo negli anni, in modo da non subirne il peso negli esercizi più vicini.
Un club indebitato può tenere i conti a posto. Lo fa anche la Juve. E lo fa il Milan (Cardinale ha un debito da 800 milioni circa). La vera discriminante in questo senso è tra chi, nonostante i debiti, continua a spendere, ignorando il FFP (vedi il Chelsea) e chi rinuncia a una maggiore competitività per stare dentro ai paletti imposti dal Fair Play Finanziario.
Molte volte Rocco Commisso, presidente e proprietario della Fiorentina, ha accusato l’Inter, giudicandola poco corretto che una squadra così indebitata giochi in Champions e sia in grado di acquistare giocatori come Frattesi, Sommer e Thuram. Anche all’estero c’è chi non sopporta simili situazioni, nonostante non rappresentino in alcun modo una violazione alle regole vigenti.
Di recente l’ex Executive Chief dell’Everton Keith Wyness ha attaccato duramente il Nottingham Forest: “Se fossi stato in carica avrei voluto una multa o il blocco del mercato per il Forest“, ha detto Wyness. “Penso che sia questa la sola strada per affrontare una simile situazione”.
In Premier i vincoli del FFP sono molto meno stingenti che in Serie A. Lo sa anche Wyness, che infatti attacca proprio la federazione inglese. Per l’ex Everton bisognerebbe cambiare subito le regole del Fair Play Finanziario e sposare regole di mercato maggiormente eque.
La situazione del Nottingham è assai diversa da quella dell’Inter. Il club nerazzurro chiude da anni il bilancio in positivo attraverso grandi plusvalenze. Il Nottingham Forest ha speso quest’anno più o meno 200 milioni e ha incassato poco più di 5 milioni in plusvalenze.
Lo stesso Everton non è stato così limpido nella gestione del bilancio. E la stessa situazione riguarda il Crystal Palace. Il Chelsea, quest’anno, ha provato a “trattenersi” sul mercato e a vendere (soprattutto agli amici sauditi). Il Newcastle è stato sostanzialmente fermo.
Per l’Inter tutto ciò potrebbe essere un problema. Il Nottingham è un club che guarda spesso in serie A per fare acquisti. E potrebbe avere sul taccuino il nome di qualche giocatore nerazzurro, da Asllani a Bisseck, da Agoumé a Carlos Augusto. In questo senso, l’Inter potrebbe perdere un referente importante con cui poter concludere qualche affare.
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