Racconto emotivo per Lautaro Martinez tra sogni da bambino e risultati concreti in campo, poi il commento simpatico di Cannavaro sulle prestazioni inarrestabili del ‘Toro’ argentino
Alla fine non poteva che sede lui, sulla poltrona in prima fila del format ‘Magazine Champions League’. Lui, il centravanti più letale e prolifico del campionato di Serie A di questa stagione e sempre più centrale per l’Inter. Lautaro Martinez.
Il capitano nerazzurro ha affrontato nella lunga chiacchierata una buona parentesi sulla sua storia personale, dalle prime battute sui campi di allenamento all’enorme supporto morale ricevuto dalla sua famiglia negli anni più critici della sua formazione. “Avevamo poco e sicuramente le tante difficoltà mi hanno fatto crescere più in fretta. Crescendo ho poi capito che dovevo comunque inseguire il mio sogno e per me era il calcio”, ha raccontato in prima battuta Lautaro dando anche un peso significativo alla numerosa presenza di tatuaggi sul suo corpo che sono segni visibili del suo passato e del suo presente.
Poi il riferimento al suo soprannome del ‘Toro’, affidatogli quando giocava ancora tra le file del Racing Club ad Avellaneda, in Argentina: “Mi chiamavano così perché mi buttavo sempre in ogni duello, sembravo sempre arrabbiato. Da allora non l’ho mai cambiato”. Da lì, però, la strada è stata tutta in discesa. Ma non senza qualche sacrificio che lo ha portato a diventare uno degli attaccanti più forti della sua generazione.
Cannavaro col sorriso: “Contenere Lautaro? Devi restare concentrato tutta la partita”
Ora il sogno di Lautaro, come quello condiviso da tutti i suoi compagni e gli uomini che compongono lo staff dell’Inter, resta quello di vincere la Champions League oltre allo Scudetto verso cui si procede con celerità: “Chiaramente la Champions è un obiettivo significativo per un club simile. Qui è come se un gruppo di amici e fratelli remassero tutti nella stessa direzione, non importa se giocano o meno”.
E chissà che Lautaro non possa essere protagonista anche della seconda fase della massima competizione europea per club, dopo aver superato positivamente il primo incontro degli ottavi di finale contro l’Atletico Madrid. Per una vecchia leggenda del calcio come Fabio Cannavaro, ospite di ‘Supertele’ su DAZN, non ci sono grossi dubbi. Marcare un calciatore simile è affare difficile: “Devi essere concentrato per tutta la durata della partita, perché devi marcarlo stretto. Se lui ha un’occasione per fare gol, l’unico modo per fermarlo forse è sparargli“, ha concluso l’ex Juventus con una nota simpatica diretta al centravanti nerazzurro. E forse ha ragione.