L’attaccante tedesco approdò a Milano per volere di Mancini nel gennaio di nove anni fa: in nerazzurro 18 presenze e appena 1 gol
Lukas Podolski fu uno dei giocatori che, nel gennaio 2025, Roberto Mancini si fece prendere da Thohir per tentare la qualificazione alla Champions League dell’anno successivo.
Ai margini dell’Arsenal, il tedesco di origini polacche approdò a Milano con la formula del prestito oneroso. Come i tifosi dell’Inter senz’altro ricorderanno, al pari di Shaqiri fu un flop totale anche per via della gran confusione che vi era in quel periodo. In più, lui era un calciatore in evidente declino pur non essendo vecchio. Doveva ancora compiere trent’anni.
Podolski non diventò mai un titolare di quella squadra che concluse la stagione all’ottavo posto. Di 1 gol (all’Udinese, il 28 aprile 2015) e 4 assist in 18 partite disputate il magro bottino del classe ’85, che a giugno venne rispedito a Londra.
I ‘Gunners’ lo ricedettero subito, ma a titolo definitivo, al Galatasaray dove Podolski giocò due stagioni prima di trasferirsi in Giappone, al Vissel Kobe. A gennaio 2020 il ritorno in Turchia, per vestire la maglia dell’Antalyaspor; infine, nell’estate 2021, il trasloco in Polonia, al Gornik Zabrze dove milita tutt’ora e, probabilmente, chiuderà la sua carriera.
A ‘La Gazzetta dello Sport’, il trentottenne ha spiegato perché si è pentito di aver detto sì all’Inter nel gennaio di nove anni fa: “Se potessi tornare indietro, non accetterei la proposta. Nulla da togliere al club, però ho capito che trasferirsi in prestito durante il mercato invernale non è una buona idea. Spesso un calciatore impiega un paio di mesi per abituarsi alla città, ai tifosi e allo stile di gioco. Arrivando a campionato in corso – sottolinea il Campione del Mondo 2014 – non è semplice. Poi, se le cose vanno male, i primi a farne le spese sono proprio i giocatori in prestito, destinati in ogni caso a salutare a fine stagione. Non fu un anno fortunato, ma imparai la lezione”.
Podolski imprenditore: più di 200 milioni col kebab
Oggi, anzi già da qualche anno Podolski è più un imprenditore che un calciatore. Nel 2018 ha aperto il suo primo ristorante a Colonia, specializzato in kebab di cui andava matto da ragazzo. La sua catena si chiama Mangel Doner che, stando al ‘Sun’ – fattura qualcosa come più di 200 milioni di euro l’anno.
La catena di ristoranti di Podolski conta ben 31 punti vendita, uno di questi è a Milano mentre l’ultimo è stato aperto di recente in Germania, a Berlino