Il caso Acerbi potrebbe concludersi con un nulla di fatto o con una pesante squalifica: c’è chi ipotizza uno stop di due anni
La questione imbarazza tutto il mondo del calcio italiano, in primis l’Inter. Difficilmente si riuscirà ad accertare il vero, anche se per condannare in un giudizio sportivo non è necessaria la prova ogni oltre ragionevole dubbio. In pratica, bastano indizi efficaci per poter dar forma a una squalifica, così come avvenuto in due recenti precedenti.
Intanto, tutt’intorno al caso, monta un chiacchiericcio per ora scarsamente costruttivo, ancora polarizzato in posizioni più sportive che morali. E non solo da parte dei tifosi stanno continuando a trovare eco posizioni piuttosto becere, che banalizzano la questione con stupida ironia o derive ingiuriose.
Stamattina si è discusso soprattutto della versione di Acerbi, emersa dal colloquio avuto ieri sera con l’Inter: pare che il difensore abbia sostenuto di essere stato frainteso. Non avrebbe mai rivolto a Juan Jesus offese a sfondo razziale, ma gli avrebbe solo detto “Ti faccio nero“. Una minaccia (che per l’ordinamento giuridico italiano sarebbe anche più grave dell’ingiuria in sé, ma che in contesto sportivo non ha alcun peso).
Se non è vera, questa ricostruzione, è stata quantomeno ben congegnata. E intanto si è fatta avanti anche la Curva Nord dell’Inter, con un comunicato ufficiale, in cui si schiera dalla parte del difensore nerazzurro. “Non sappiamo cosa sia accaduto in campo“, si legge sul comunicato. “Conoscendo Francesco dubitiamo che quelle parole siano uscite dalla sua bocca”.
C’è però chi interpreta la posizione della Curva come un endorsement inopportuno, che punta a un’inutile impunità dal punto di vista sportivo. L’avvocato Roberto Afeltra, esperto di diritto sportivo, ha parlato della situazione ai microfoni di Radio Radio, e ha presentato uno scenario pesantissimo per Acerbi.
“Il reato di razzismo è gravissimo e prevede una pena minima di 10 giornate, ma si può arrivare anche a uno o due anni di squalifica“, ha spiegato Afeltra, riferendosi alla possibile sentenza della procura federale sul caso Acerbi.
Ovviamente prima di arrivare a una condanna c’è bisogno che la procura vada avanti con l’attività investigativa. E nei prossimi giorni saranno di certo ascoltati Acerbi, Juan Jesus e l’arbitro. Forse anche altri testimoni, come per esempio i compagni di squadra dell’interista e del partenopeo.
Due anni di squalifica per Acerbi: i precedenti
Davvero Francesco Acerbi potrebbe rischiare una squalifica così pesante? I precedenti nel calcio italiano sono due. A inizio 2021, durante Sambenedettese-Padova, in Lega Pro, Shaka Mawuli, centrocampista ghanese della squadra marchigiana denunciò di aver ricevuto insulti razzisti da parte di Claudio Santini, attaccante del Padova.
In realtà la denuncia partì dal direttore tecnico della Sambenedettese, Giovanni Improta. E in quel caso, la procura della FIGC, pur senza poter usare immagini televisive o altre testimonianze, decise per la squalifica di Santini per 10 giornate.
A fine 2020, a subire offese razziste fu un ex Inter: Joel Obi (allora nel Chievo), ingiuriato da Michele Marconi del Pisa. Mosconi lo avrebbe attaccato citando “La rivolta degli schiavi“… Dopo le indagini si arrivò al deferimento di Marconi e a una squalifica di 10 turni.
Afertra non parla però di 10 turni ma di due anni di squalifica, quindi di uno scenario che potrebbe porre fine alla carriera di Acerbi. L’avvocato Afeltra ha anche spiegato che la procura investigherà con la massima cautela.
“Proprio perché è così grave“, ha detto l’intervistato, “la prova deve essere a sua volta gravissima. Quindi deve esserci per prima cosa che il fatto sussista, altrimenti dovrebbe essere prosciolto. Essendo una cosa grave che non consente le attenuanti generiche né il patteggiamento, la prova deve essere rigorosamente raggiunta“. In pratica, il fatto deve essere accertato.
E qui ci sono però varie scuole di pensiero. Nel caso Mawuli la procura si basò solo su indizi, e non riuscì mai a trovare elementi probanti oggettivi. In ogni caso si è arrivati alla squalifica. Per Afeltra invece: “Non è sufficiente che lo dica Juan Jesus, perché non è una fonte ufficiale di prova. Se lo avesse scritto l’arbitro La Penna, quello sì che sarebbe una fonte di prova. Juan Jesus è un teste come lo sono gli altri”.
Onestà, da una parte o dall’altra
JJ ha più volte dichiarato che il classe ’88 lombardo gli ha rivolto certe frasi, e lo ha fatto anche in campo. Acerbi ha negato e si dice tranquillo. Ma si evince dall’intervista rilasciata alla stazione di Milano dopo aver lasciato il ritiro della Nazionale, che il difensore è agitato. L’agitazione non è ovviamente una prova di colpevolezza.
Acerbi potrebbe essere colpevole pur non essendo un razzista. L’aver detto certe cose, aver dunque ingiuriato un avversario con un’offesa a sfondo razziale, è un comportamento che va punito con il massimo della severità, anche se nasce da un atteggiamento superficiale o per reazione. Se offesa c’è stata, insomma, dal nostro punto di vista è giusta la squalifica e potrebbe anche essere giusta la rescissione.
Se è innocente tutti si chiedono come mai JJ abbia denunciato, e a che pro. Può anche darsi che Jesus abbia frainteso. Vedremo. L’unica possibile soluzione dipende dall’onestà dei giocatori coinvolti.