Marotta aveva già annunciato che l’Inter sarebbe stata la sua ultima squadra, ma l’addio potrebbe essere più vicino del previsto
Meno di una settimana fa l’ad nerazzurro aveva dichiarato di non nutrire alcuna ambizione in termini di corsa alla presidenza della FICG. A lanciare l’ipotesi di un destino consacrato a un importante ruolo politico per Marotta, o meglio, a rilanciarla, era stato Carnevali, ad del Sassuolo e antico collaboratore del dirigente nerazzurro.
Mesi prima, lo stesso Marotta aveva già comunicato di aver intenzione di lasciare il suo attuale lavoro da dirigente. L’Inter, spiegò in una breve ma chiara dichiarazione, sarebbe stata la sua ultima squadra. Alle ansie dei tifosi, che paventavano un repentino e doloroso addio, ha risposto subito la notizia del suo rinnovo con il club nerazzurro. Steven Zhang ha infatti deciso di prolungare i contratti di tutti i membri della dirigenza fino al 2027.
Beppe Marotta sa di aver fatto grandi cose con l’Inter ma continua a sentirsi insoddisfatto. Prima di abbandonare il suo ruolo di amministratore delegato vorrebbe lasciare il segno nel cuore dei tifosi. E più volte, senza nascondersi, ha spiegato che squadra e dirigenza stanno lavorando per conquistare qualcosa di importante: “Qualcosa che sarebbe assolutamente straordinario per la storia dell’Inter“. Vale a dire la seconda stella.
Ora Marotta è tornato a parlare del suo futuro, e con frasi un po’ spiazzanti, anche se non del tutto inattese, ha annunciato qual è il suo progetto. Fra due anni, quando scadrà il suo contratto e lascerà l’Inter, si occuperà di altro…
La dichiarazione è arrivata durante un evento presso la sala Montanari di Varese, città natale di Marotta, dove l’ad nerazzurro ha dialogato con l’amministratore delegato della Pallacanestro Varese, Luis Scola. Il convengno, dedicato al tema della sostenibilità nelle società sportive, ha permesso al dirigente nerazzurro di svelare un importante dettaglio sul suo futuro.
Marotta ha spiegato che nello sport di livello è oggi impossibile non basarsi su strategie fondate sulla sostenibilità. Ma ci vuole competenza. E ci vogliono strutture adeguate, ovvero impianti e centri di allenamento: “Senza queste cose non si ottiene nulla. Ma anche in questo contesto, in Italia, scontiamo la mancanza di sensibilità politica verso lo sport“.
Marotta ha poi sottolineato anche come l’Italia soffra di un ritardo abissale a livello sportivo-scolastico. “Pensate che in Olanda l’Ajax e le scuole di Amsterdam si dividono il compito di allenare i ragazzi… E qui cosa facciamo?”
L’ad dell’Inter ha anche approfondito il problema epocale del calcio a Varese: sembra che la città non sappia mai dare espressione a società strutturate e competitive. Per l’ad, la situazione, anche se difficile giudicare da fuori, può essere interpretata a livello generale, dato che ciò che è accaduto a Varese è capitato in tutte le province vicine. “Spariti i grandi imprenditori, è lo sport minore che ha subito il maggior contraccolpo: una volta tra Varese e Gallarate c’erano 20 realtà calcistiche, oggi arriviamo a 7 o 8. A tutti coloro che ci hanno provato in questi anni al Varese va comunque data riconoscenza“.
Infine, Beppe Matotta ha dedicato parecchio tempo a parlare dei giovani. Per l’ad il settore giovanile va inteso come il patrimonio più grande di una società, soprattutto dal punto di vista umano. “Sono sempre più convinto che far pagare lo sport ai giovani sia sbagliato: dovrebbe essere gratuito, perché così si riuscirebbero a coinvolgere anche le famiglie povere, quelle in cui si nascondono i campioni, come accadeva una volta“.
“Fra due anni, quando terminerà il mio contratto con l’Inter, mi occuperò solo dei giovani“, ha concluso l’ad nerazzurro. Quindi c’è una data. Non ci saranno più rinnovi, e l’era marottiana è destinata a concludersi prima del previsto.
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