Dialogo fra Juan Jesus e Roberto Sosa sul presunto caso discriminatorio subito da Acerbi, il difensore del Napoli amareggiato e avvilito per la decisione della giustizia
A qualche giorno di distanza dalla decisione ufficiale della Procura Federale di far decadere ogni tipo di accusa sulle presunte dichiarazioni a sfondo discriminatorio razziale da parte di Francesco Acerbi ai danni di Juan Jesus, occorse nell’ultimo incontro tra Inter e Napoli sul terreno di gioco di San Siro in campionato, i dubbi restano ancora tanti.
Fermo restando quanto possa essere insindacabile l’esito dello studio da parte delle istituzioni preposte a far luce sull’accaduto, senza neppure avere la possibilità di andare ancora più a fondo a mezzo di ricorsi, l’ambiente vicino al club partenopeo e al calciatore brasiliano vittima dell’episodio subito è ancora fortemente scosso.
Lo stesso Juan Jesus si è detto amareggiato e deluso per quanto saltato fuori: una “decisione ridicola” ma che della quale il calciatore deve farsene una regione per poter andare avanti. Ma proprio sulla base dell’idea quasi utopistica del ‘riuscire ad andare avanti’, non sembra ci siano buone speranze affinché anche il solo accenno allo sfogo razziale possa essere debellato per sempre. Quantomeno in ambito sportivo, da sempre presunta fonte sicura di unione e fratellanza fra popoli.
“Ho subito un torto da signore, pensavo che il mio comportamento sarebbe stato preso da esempio. Non volevo creare ulteriore scompiglio o far interrompere una partita”, ha aggiunto il brasiliano con rammarico in una nota pubblica diramata nelle scorse ore.
“Non mi sento tutelato”, ha poi concluso. Lasciando adesso la palla in mano a quanti, come lui, dovranno affrontare lo stesso impatto negativo sulla propria pelle. Anche mediatico, oltre che sulla propria dignità, nei tanti potenziali altri episodi della stesse specie che potrebbero ancora presentarsi in futuro.
Alle parole di Juan Jesus sono seguite anche quelle dell’ex attaccante Roberto Sosa, intercettato dai microfoni di ‘TvPlay‘ nel corso dell’ultima trasmissione in streaming su Twitch. “Forse non dovrei pronunciarmi ma ho sentito Juan per telefono e sta male. È un ragazzo buono, non voleva alzare nessun polverone. Voleva che tutti i discorsi restassero sul campo così da tutelare anche l’Inter e Acerbi“, ha commentato. Una vicenda che lascia ancora tanti interrogativi inespressi.
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