Tatticamente, potrebbe avere anche senso; economicamente e “politicamente”, no: Raspadori all’Inter è un affare che non s’ha da fare
Giacomo Raspadori potrebbe far benissimo nel 3-5-2 di Inzaghi. Il ventiquattrenne di Bentivoglio può giocare come centravanti puro o seconda punta, portando in dote agilità, velocità, tecnica individuale e visione di gioco.
Come Lautaro sa sia attaccare la profondità che venire incontro alla palla per cucire il gioco sulla trequarti, sa creare spazi ai compagni e inventare la giocata. A differenza del Toro non è un goleador e non ha molta intensità dal punto di vista fisico e caratteriale.
Potrebbe però essere molto utile all’Inter grazie alla capacità di superare l’uomo con dribbling fluidi e con l’innato talento nel controllare la palla anche in situazioni difficili. Non stupisce, dunque, che l’Inter possa tenerlo in considerazione proprio come un vice-Lautaro.
Anche Raspadori sa che nel 4-3-3 del Napoli, schierato prima punta o esterno d’attacco, non potrà mai dare il massimo. Molto dipenderà dunque da chi sarà il nuovo allenatore degli azzurri nella prossima stagione. Qualora arrivasse Antonio Conte, Raspodari potrebbe anche considerare la permanenza. In caso contrario, non è escluso che chieda di essere ceduto.
Dopo la questione Zielinski e l’assoluzione di Acerbi sull’offesa razzista rivolta (o non rivolta) a Juan Jesus, sembra però a oggi molto difficile per l’Inter sedersi a trattare con De Laurentiis. Quindi, anche se Giacomo Raspadori si sente in bilico e guarda alla cessione come uno scenario concreto, c’è poca probabilità che possa approdare in nerazzurro.
Affare Raspadori: ecco perché sembra molto improbabile
Non c’è solo l’Inter su di lui. Anche la Juventus potrebbe prenderlo in considerazione e offrirgli maggiori garanzie, se non dal punto di vista del minutaggio, almeno dal punto di vista tattico. De Laurentiis non cede volentieri ai club italiani. E vede Raspadori come un suo personale gioiello (è stato lui a volerlo, anche se Spalletti non sembrava convinto).
A Napoli sanno però che non ha alcun senso tenere il ragazzo in rosa, specie se non dovesse arrivare un allenatore che gioca a due punte. Raspadori, in azzurro, guadagna già 2,5 e il Napoli ha investito su di lui tra i 30 e i 35 milioni. E tutti questi dati rendono la cessione molto complessa.
Al di là dei soldi è però soprattutto una questione “politica” a rendere difficile l’affare Raspadori per l’Inter. Pesa ancora il caso Acerbi-Juan Jesus. La tensione tra Inter e Napoli, già alta per via dell’acquisto a zero da parte dei nerazzurri di Zielinski, sembra essere esplosa durante la pausa delle nazionali, quando si è parlato a lungo dell’assoluzione di Acerbi dopo la denuncia del difensore del Napoli.
La posizione del Napoli: è guerra fredda
De Laurentiis è più inviperito del solito. Si sente penalizzato dalla giustizia sportiva e per questo è tornato ad accusare il “palazzo”. Oltre a prendersela con la FIGC, il presidente del Napoli potrebbe presto attaccare anche l’Inter, con cui, già da mesi, non corre buon sangue.
I rapporti, a livello diplomatico, sembrano più tesi che mai, Ecco perché appare davvero improbabile che possa esserci una contrattazione per il passaggio di Raspadori dal Napoli all’Inter. Certo, quando si tratta di guadagnare, tutto è possibile. Ma il club nerazzurro, al momento, non è un referente dal quale poter pretendere cash. Come minimo ci vogliono 35 milioni in un’unica soluzione.
Quindi si tratterebbe di favorirsi, anche perché l’Inter potrebbe spendere al massimo 20 milioni e non tutti subito. Qui sorge il primo problema: il Napoli non ha la minima voglia di aiutare Ausilio e Marotta.
L’Inter, dunque, potrebbe aver già rinunciato all’affare Raspadori. A oggi sembra che la dirigenza nerazzurra voglia muoversi innanzitutto per Gudmudsson, anche se dipende dalla pretesa economica del Genoa e dalla concorrenza.