Sessantatré anni trascorsi dall’incredibile derby Scudetto fra Juventus e Inter, fra avvenimenti dentro e fuori dal campo con tanto di rinvio della partita in programma e il rischio di sconfitta a tavolino
I derby si fanno sempre attendere. Sia quelli legati a rapporti storici stracittadini, come nel caso di Inter e Milan, sia quelli dai confini più ampi. Come nel caso di Juventus-Inter, etichettato da sempre derby d’Italia per via della partecipazione delle due squadre più ‘scudate’ del Bel Paese.
Quando poi un incontro simile assume anche il duplice significato della lotta Scudetto, tutto viene amplificato. A partire dalle emozioni in campo, mai dome. Vale per calciatori e addetti ai lavori, mentre sono soprattutto i tifosi con il loro calore a darne apertamente sfoggio. Lo è oggi nei più grandi stadi ma lo era anche in passato. E pensare che ormai più di sessantatré anni fa avveniva proprio in questa giornata, il 16 aprile del 1961, uno degli scontri diretti nonché derby d’Italia passati alla storia per una serie incredibile di circostanze di gioco.
Juventus e Inter si sarebbero dovute scontrare apertamente per decidere con largo anticipo le sorti del campionato. I bianconeri erano primi in classifica con 40 punti mentre la squadra rivale di Helenio Herrera, Picchi e Corso distava soltanto quattro lunghezze dal blitz a sorpresa.
Juve-Inter del ’61 fra mille disposizioni, poi l’amarezza Scudetto
Le premesse erano piuttosto buone: si giocava in un’atmosfera incupita dalla pioggia ma comunque promettente per via dei fin troppi spettatori negli spalti. Circa 61mila presenze per un incasso da record che non riuscivano neppure a trovare spazio a sufficienza per poter stare in piedi, scavalcando le tribune. Tanto che a un certo punto il direttore di gara Gambarotta fu costretto a chiamare la sospensione della partita ai limiti del regolamento, oltre che della pubblica sicurezza.
Stando alla prima valutazione del Giudice Sportivo l’esito del derby sarebbe stato legato all’assegnazione della vittoria a tavolino in favore degli ospiti ma la decisione fu prontamente ribaltata dalla Caf, la quale ne dispose il rinvio in via ufficiale.
Una settimana dopo l’Inter perse contro il Catania regalando di fatto lo Scudetto alla Juventus, ma i discorsi sul campo non erano ancora finiti. Nel giorno del fatidico recupero Moratti decise di schierare la formazione Primavera, una decisione costata cara: l’Inter venne schiacciata dai bianconeri per 9-1, con sei gol siglati tutti da Sivori. Unica consolazione l’ascesa di Mazzola.