Il missile dell’ex patron dell’Inter a cinque giorni dal derby che può regalare all’Inter la seconda stella
Ai cronisti da marciapiede Moratti mancherà un casino. Lunedì tappa fissa in corso Vittorio Emanuele II, dove c’era la sede dell’Inter. Intervista al pres, notizia e titolo in pugno. Poi è arrivata la fine dei mecenati, del mecenate nostrano ed è arrivato Erik Thohir il fan di Ventola (!). Ricordiamolo, prese l’Inter con un misero aumento di capitale prendendosi in carico i debiti, che poi però rimasero sul groppone della società. Dall’indonesiano si è passati a Suning. Subito massicci investimenti, i primissimi del tutto sbagliati fino alla chiusura dei rubinetti nel 2021. Che finaccia… Avrebbe fatto il club se non fosse arrivato Marotta? Il Kissinger italiano, come viene definito nel mondo pallonaro e da pezzo della Gazzetta di stamane. Istituto Luce scansati.
Ma il vecchio presidente non si scorda mai. 79 anni il prossimo 15 maggio, eppure randella come ai tempi migliori. Allora come oggi, nel mirino del grande Massimo (lui i soldi per l’Inter li ha spesi davvero, per vanità ma soprattutto per amore dei colori nerazzurri), c’è un allenatore. Per la precisione quello dell’Inter, Simone Inzaghi. A cinque giorni dal derby che può valere lo Scudetto, il ventesimo della storia del club, Moratti picchia duro ricordando il tricolore buttato al vento nella stagione 2021/2022, la prima del piacentino sulla panchina interista, proprio in favore dei cugini rossoneri.
“C’è una notevole superiorità da parte dell’Inter rispetto alle altre squadre, così com’è successo la stagione passata con il Napoli: le avversarie hanno sicuramente avuto dei problemi, non sono state all’altezza dell’Inter che, tranne il regalo di due anni fa, i suoi punti li ha conquistati con grande merito. Lo scudetto del Milan è stato quindi ‘un regalo dell’Inter’? Ne sono convinto“, ha detto al ‘Corriere della Sera’.
Moratti, bastone e carota per Inzaghi: “Un grande lavoratore, ecco cosa mi ha sorpreso”
Bastone e carota, già perché Moratti ha riservato anche degli elogi all’allenatore nerazzurro: “È un grande lavoratore, uno che non si accontenta mai. È pignolo nel ricercare la migliore soluzione per la squadra e mi ha sorpreso la sua dote nel valorizzare il gruppo. Nel dargli sempre le giuste motivazioni”.
Moratti ha speso parole importanti anche per il Kissinger italiano: “Si muove con indubbia capacità, ha poi una responsabilità piena e delicata che lo espone sul piano pubblico e che svolge benissimo”.