Il racconto di Calhanoglu fra i migliori all’Inter e l’obiettivo Scudetto ormai raggiunto, con la simpatica parentesi sulle scaramanzie di Inzaghi quando calcia i rigori
Fra i grandi protagonisti della cavalcata stagionale dell’Inter a ridosso del big match contro il Milan che potrebbe sancire la fine ufficiosa dei giochi di campionato con la vittoria del tanto atteso Scudetto, c’è senza ombra di dubbio il playmaker Hakan Calhanoglu.
Una figura imprescindibile per il gioco di possesso e affondo nerazzurro di Simone Inzaghi, con cui ha legato particolarmente da quando ha iniziato a fare le veci di Marcelo Brozovic in una zona di competenza non propriamente sua. Da lì in avanti ha perfezionato il suo gioco affinando anche tecniche difensive, senza però mai perdere il brio di una mente lucida e il sorriso di un uomo affabile.
Raggiunto dagli ‘Autogol’ in una video-intervista presenziata nella Sala dei Trofei della sede centrale del club nerazzurro in Viale della Liberazione, Calhanoglu ha svelato tanti aspetti di cui spesso di parla poco o comunque meno di quanto ci si potrebbe immaginare. Perché per lo più le attenzioni sono rivolte al calcio serio e spumeggiante, piuttosto che ai racconti di contorno.
Calhanoglu a tutto tondo sulla sua Inter, poi la rivelazione su Inzaghi
Il turco ha innanzitutto aperto dicendo quanto Barella, Thuram e Arnautovic gli mettano buon umore in gruppo, mentre dei tre soltanto il suo compagno di reparto è colui col quale sarebbe disposto ad andare in vacanza. A Dimarco offrirebbe una bella cena, mentre a Lautaro Martinez la responsabilità di gestire al meglio la sua carta di credito.
Alle vecchie considerazioni su chi fosse il migliore nel suo ruolo al momento lui aveva fatto il suo stesso nome, ma ha puntualizzato: “Non ho detto che vincerò il Pallone d’Oro ma in quel momento mi sono sentito davvero il migliore. Poi ci sono anche altri centrocampisti forti”. E se per certi versi Calhanoglu è da premiare, lui non ha comunque dubbi sul fatto che l’Oscar stagionale vada assegnato alla squadra.
In relazione al suo grande talento nel battere i rigori, avendo messo a segno quindici reti su quindici sin dalle prime battute in Serie A dal dischetto, il centrocampista ha infine fatto una rivelazione senza precedenti: “Quando tiro i rigori si tocca, per il resto è un bravo allenatore”.