Si è promesso all’Inter, ma gli ostacoli sono tanti: ecco perché i nerazzurri sembrano aver scelto Bento come erede di Sommer
Il primo grande ostacolo è rappresentato dal presidente dell’Athletico Paranaense, Mario Celso Petraglia: il ricco brasiliano, noto per la sua visione fortemente imprenditoriale del calcio, non vuole mollare senza resistere un potenziale crack, entrato da poco anche nel giro della Nazionale maggiore. Di certo, ha subodorato la possibilità di un’asta, con il Chelsea e altre squadre inglesi pronte a inserirsi sull’obiettivo dichiarato dei nerazzurri.
Eppure pare che l’anno scorso ci sia stato una sorta di gentlemen agreement fra il portiere brasiliano, Ausilio e i dirigenti dell’Atletico Paranaense: il club brasiliano avrebbe garantito al proprio estremo difensore la possibilità di liberarsi a prezzo equo per andare all’Inter.
Quando si parla di prezzo equo, per l’Inter significa massimo 15 milioni. Dunque, se il club brasiliano chiederà anche un milione in più, per i nerazzurri Bento diventerà di nuovo un profilo da scartare. Il ragazzo, ovviamente, vuole che il suo desiderio sia rispettato: voleva unirsi all’Inter già l’anno scorso, anche se Petraglia ha fatto di tutto per impedirglielo.
Il venticinquenne Bento, che ha passaporto comunitario, ha passato tutta la sua vita calcistica nell’Athletico Paranaense, la squadra principale della provincia in cui è nato, ma ormai si sente pronto per il grande salto: vuole l’Europa.
Cresciuto nel mito di Julio Cesar, il ragazzo ha debuttato in prima squadra nel novembre 2020 in occasione di un incontro importantissimo: in Coppa Libertadores contro il River Plate. Quattro giorni dopo, ha esordito anche in campionato, giocando contro il Palmeiras. Da allora ha giocato quasi 150 gare con i rubro-negro.
E a marzo scorso ha ottenuto anche la prima presenza ufficiale con la Nazionale maggiore brasiliana, scendendo in campo contro l’Inghilterra (era già stato convocato in precedenza ma aveva dovuto abbandonare il ritiro per un infortunio). In Brasile ne parlano come un tipo tosto, tutta determinazione e riflessi, bravino con i piedi e molto reattivo fra i pali.
L’Inter ha scelto Bento e Bento ha scelto l’Inter
Il matrimonio fra il ventiquattrenne brasiliano e il club nerazzurro sembra oggi abbastanza verosimile, ma nulla è ancora scritto, e da Petraglia potrebbero arrivare altre brutte sorprese. All’Inter c’è bisogno di un portiere con cui sostituire Audero e insieme un erede di Sommer. Il piano è quello di riproporre la strategia adottata con Handanovic e Onana l’anno scorso: dare tempo al nuovo arrivato di crescere e adattarsi al calcio italiano, sotto la guida di un portiere esperto.
Come vi abbiamo spiegato in un altro articolo, Ausilio vorrebbe chiudere l’affare intorno ai 12 milioni più bonus. I brasiliani chiedono però più di 20. La soluzione può essere trovata soprattutto se Bento sarà ascoltato dalla sua società attuale.
A livello tecnico, l’Inter non ha estrema urgenza di aggiungere un portiere, dato l’ottimo rendimento di Sommer nella sua prima stagione italiana. Anche per questo, l’affare potrà essere portato a termine solo se il prezzo non supererà un certo limite.
Qualora non arrivasse Bento, i nerazzurri potrebbero vivare su altri profili. Difficilmente il club si affiderà ancora ad Audero, che andrebbe riscattato. La Samp potrebbe venderlo alla migliore offerente, dato che l’italo-indonesiano ha già delle proposte da squadre di bassa classifica e potenziali neopromosse.
Un portiere da 20 milioni per giocare solo in Coppa Italia?
C’è un altro aspetto da considerare. Se la dirigenza dell’Inter dovesse davvero prendere Bento, Inzaghi non potrebbe permettersi di relegarlo in panchina e fargli giocare solo la Coppa Italia, come ha fatto all’inizio con Onana.
Si dovrebbe dunque trovare subito un equilibrio fra Sommer e il nuovo arrivato, il che potrebbe anche comportare problemi per la difesa. Una soluzione potrebbe essere la divisione di ruoli: uno che disputa il campionato e l’altro che gioca in tutte le coppe, com’è successo al Barcellona con Bravo e Ter Stegen nel Triplete del 2015.
In alternativa, Bento dovrà mettere in conto un’annata di apparizioni sporadiche. Come è successo ad Alisson alla Roma, quando faceva la panchina dietro Szczesny. I brasiliani, secondo l’opinione comune, dovono sempre avere un po’ di tempo in più per ambientarsi. L’unico che ha fatto eccezione è stato Julio Cesar, che a Bento assomiglia molto.
Bento è comunque un investimento per il futuro. In teoria è un estremo difensore ancora giovane che può garantire buona reattività, buone qualità fra i pali e nelle uscite e discreta tecnica con i piedi. Sa rinviare lungo e sa dialogare con i difensori per dar vita a un fondamentale del gioco nerazzurro: la costruzione dal basso.