Inzaghi vuole un attacco con cinque prime scelte e Gudmundsson potrebbe essere l’opzione migliore a livello tecnico
Lautaro, Thuram, Taremi. Molto anche probabilmente Arnautovic, e poi? Per Piero Ausilio l’Inter sta bene così: questo ha dichiarato il ds nerazzurro, forse per non sbilanciarsi troppo sui piani di mercato o per strategia d’azione, oppure per eccesso di realismo. Sul fatto che Taremi sia già un grande acquisto siamo tutti d’accordo. Ma è possibile che Simone Inzaghi possa ora pretendere un nome in più.
L’obiettivo è allungare il reparto con un elemento di qualità. Dato che l’uscita di Arnautovic appare oggi come oggi complicata, per accontentare il tecnico bisognerà inventarsi qualcosa. Per esempio puntando su profili meno rinomati o giovani promesse. Sembra per esempio che negli ultimi tempi l’Inter abbia seguito Akliouche, giovane trequartista del Monaco (7 goal in Ligue 1 in questa stagione, finora).
Si sono fatti anche altri nomi, più o meno verosimili, da Ilenikhena, che però costa almeno 20 milioni, a Elye Wahi del Lens (l’anno scorso con il Montpellier segnò 19 goal), pure lui ormai valutato una ventina di milioni. A questo punto, sforzo per sforzo, meglio provare l’assalto a uno che in Serie A ha già dimostrato di poter fare la differenza. Uno come Albert Gudmundsson.
Una seconda punta in grado di occupare più posizioni d’attacco e di adattarsi bene a 3-5-2. A tal proposito si dice persino che Inzaghi, posto di fronte a un’ipotetica scelta fra Zirkzee e l’islandese, sceglierebbe il secondo…
Pochi dubbi quindi che a livello ideale Gudmundsson del Genoa sia l’obiettivo preferito da dirigenza e staff tecnico. Per l’Inter si tratterebbe di portare in rosa un ventiseienne che gioca già da tre stagioni in Italia, che sa adattarsi a più ruoli e non ha paura di prendersi responsabilità.
Albert Gudmundsson, in questa stagione, ha segnato 14 goal, segnalandosi come uno degli attaccanti più pericolosi della Serie A. Già da ragazzo, quando giocava come centrocampista in Olanda, ha dimostrato classe e personalità. Qualcuno lo paragonava a Brian Laudrup per movenze e stile di gioco, ma il ragazzo di Reykjavik ha dimostrato di essere un giocatore sui generis: tatticamente intelligente, coraggioso, pieno di estro e insidioso, dentro e fuori l’area.
Gudmundsson: l’opzione migliore per l’Inter
L’islandese è una delle più grandi rivelazioni della Serie A, anche più dell’osannato Zirkzee. Rispetto all’olandese, l’attaccante del Genoa esprime più continuità ed è più utile alla squadra. Dopo aver guidato i liguri fino alla promozione in Serie A, quest’anno si è dimostrato uno dei migliori attaccanti italiani grazie a un gioco particolarissimo e intelligente. Il ventiseienne è infatti una seconda punta atipica.
Vuole sempre il pallone fra i piedi per inventare qualcosa: assist, tiri da fuori, affondi, dribbling, destreggiandosi nello stretto e a campo aperto. Segna tanto, in tutti i modi, ma è pure sfortunato, perché finora ha colpito quattro volte il palo.
Ha un gran tiro. Sa disegnare parabole precise su punizione e sa segnare i rigori. Sa caricare la botta precisa da fuori e trovare il pertugio giusto nel folto di corpi dei difensori quand’è in area. Non è un egoista: sa connettersi bene al gioco della squadra, con passaggi di prima, combinazioni veloci e movimenti smarcanti.
Guardando le statistiche ci si accorge che è il giocatore in Serie A con più passaggi chiave (una settantina) e con più passaggi in area di rigore (95%) e azioni offensive. Agendo da seconda punta, sa quando abbassarsi per creare gioco come un regista avanzato, quando assumersi le responsabilità da trequartista e quando giocare più vicino all’altra punta. Sa anche crossare (per vari anni ha fatto l’ala).
Come l’islandese potrebbe adattarsi all’Inter
La sua zona preferita di gioco è la trequarti, ma ama anche spostarsi a sinistra, una fascia dove l’Inter sviluppa la maggior parte del suo gioco. Per l’Inter sarebbe comunque un giocatore in grado di fornire soluzioni diverse rispetto a ciò che possono dare Lautaro e Thuram che dialogano solo di sponda con la catena formata da Bastoni, Dimarco e Mkhytarian (dall’anno prossimo anche Zielinski).
Gudmundsson potrebbe anche essere la soluzione migliore per poter affiancare Thuram nelle partite in cui c’è bisogno di insistere sul contropiede: sa gestire i palloni verticali, tenere palla e lanciare in velocità il compagno di reparto. Sa dribblare e sa bruciare sul posto gli avversari.
Contro le difese chiuse, uno come l’islandese potrebbe essere la soluzione che finora è sempre mancata all’Inter, soprattutto per sfondare al centro. Il ragazzo ha anche dimostrato di sapersi abbinare bene a un attaccante puro. Girardino lo sfrutta come scheggia imprevedibile da far girare intorno a Retegui.
Ma in caso di necessità, può essere utilizzato anche trequartista, come ha fatto più volte Sanchez quest’anno. Inzaghi cerca proprio un profilo del genere. Si era parlato per esempio di un interesse dell’Inter nei confronti di Raspadori visto come l’attaccante ideale per completare il reparto. L’islandese, tatticamente, può coprire lo stesso ruolo dell’attaccante del Napoli, ma può farlo offrendo più soluzioni.
Fino a un anno fa giocava come ala o centrocampista esterno. Ora è un vero attaccante. Sia in Olanda che in Italia ha dimostrato di essere un calciatore costante e prolifico. Quando giocava nell’AZ, addirittura, lo elogiavano per le sue capacità difensive, vedendolo come un perfetto esterno, anche a tutta fascia. Ma dopo i suoi due anni e mezzo in Italia sappiamo che l’islandese dà il meglio di sé quando può esprimere le sue capacità offensive e giocare vicino alla porta.
🚨 POLEMICHE SASSUOLO-INTER
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— TVPLAY (@tvplayofficial) May 6, 2024
Gudmundsson è la scelta migliore, ancor più di Zirkzee o di tutti gli altri candidati a sostituire il cileno. Il suo profilo è quello che più manca all’attacco dell’Inter: un giocatore à la Sanchez, appunto, ma giovane e affamato. La domanda è prevedibile e un po’ avvilente, ma va fatta: riuscirà a reggere le pressioni di una grande piazza?