“Quello che è successo a me è stata una brutta cosa. Ho fatto quello che dovevo fare, purtroppo è andata come è andata”
“Sapevo come sarebbe andata a finire…”. Riesplode il ‘caso’ Acerbi con le dichiarazioni rilasciate da Juan Jesus in occasione di un allenamento di una squadra di calcio speciale, quella composta da bambini fuggiti dalle guerre e da coetanei italiani. Il difensore brasiliano aveva accusato il collega di aver proferito un insulto razzista nel corso della sfida tra Inter e Napoli. Il Giudice sportivo, dopo l’indagine della Procura, ha però scagionato Acerbi per – di fatto – mancanza di elementi concreti.
“Prima di tutto voglio essere esempio per i miei figli – le parole di un commosso Juan Jesus riportate dall’agenzia ‘Ansa’ – Nella mia carriera ho sempre provato a essere una persona pulita. Quello che è successo a me è stata una brutta cosa, ho fatto quello che dovevo fare, purtroppo è andata come è andata. Sapevo come sarebbe andata a finire. Nel calcio si può vincere, si può perdere, ma preferisco vincere qualche trofeo in meno ma essere un esempio per i bambini”, ha concluso il centrale azzurro, ospite d’eccezione dell’iniziativa “Alleniamoci per la Pace”, organizzata da Arci Mediterraneo per dare un calcio al razzismo e alla guerra.