Oaktree potrebbe pretendere dalla dirigenza un altro sacrificio sul mercato: fra gli indiziati c’è anche Nicolò Barella
Finita l’era Zhang, per l’Inter non dovrebbe mutare lo spartito da seguire nel calciomercato: nessuno è davvero incedibile, così com’è stato negli ultimi quattro anni. Di fronte a offerte intriganti e di peso, anche i top player nerazzurri potrebbero essere ceduti. I veri piani di Oaktree, a prescindere dalle dichiarazioni formali veicolate dal comunicato di presentazione, sono ancora sconosciuti.
L’idea è però che il fondo possa voler inseguire un percorso di continuità e dunque di crescita sostenibile, con mercato a saldo zero o positivo, player trading e abbassamento del monte ingaggi. L’atteggiamento della nuova proprietà si rivelerà già a partire dalla questione legata ai rinnovi.
Ci sono in ballo i destini di alcuni top player come Lautaro Martinez e Nicolò Barella, e poi bisogna prolungare il contratto di Inzaghi. Per l’allenatore e il centrocampista, non dovrebbero esserci troppi problemi. Per Lautaro c’è ancora distanza fra offerta e richiesta. E Oaktree potrebbe porre dei limiti alla dirigenza: del tipo, più di tanto non offrite.
In generale, l’impressione è che il fondo californiano abbia già capito che la dirigenza attuale sa come muoversi e che non conviene alterare gli equilibri. Quindi ci si aspetta che la proprietà non dovrebbe incidere su scelte particolari e decisioni tecniche.
Con Oaktree, insomma, non dovrebbero cambiare più di tanto le strategie di mercato. Ciò significa che anche quest’estate Marotta e Ausilio saranno chiamati a rientrare di tutti i soldi spesi e, quindi, ad acquistare solo a fronte di grosse entrate.
In base ai conti, non dovrebbe esserci bisogno di vendere nessun pezzo grosso. Si potrebbe trovare il tesoretto per i colpi accessori vendendo giovani ed esuberi. Ma ciò non toglie che di fronte a una grande offerta l’Inter potrebbe ora e più che mai essere orientata a cedere.
L’indiziato numero uno per una cessione è sempre Dumfries. Dietro di lui c’è Marcus Thuram, arrivato a zero e quindi traducibile come enorme plusvalenza in caso di un’offerta da 70, 80 o addirittura 85 milioni di euro. E non è finita qui. Bisogna ora far attenzione pure alla situazione di Barella, per il quale potrebbe muoversi qualcuno dall’Inghilterra.
Com’è noto, Pep Guardiola è un grande estimatore del centrocampista sardo. E, potenzialmente, il City potrebbe offrire tranquillamente una ottantina di milioni… Di fronte a una simile offerta per Barella, Oaktree potrebbe chiedere alla dirigenza di cedere subito. Anche se la richiesta potrebbe salire. E c’è anche chi pensa che possa farsi sotto anche il Real, per sostituire Toni Kroos.
Il centrocampista nerazzurro, a quanto si dice, già in passato ha detto di no alla Premier. Cercato dal Chelsea, poi dal Newcastle e più volte dal Manchester City, ha sempre fatto sapere di voler rimanere all’Inter. Si sente un leader in nerazzurro. E anche per la dirigenza, il sardo è uno degli assi su cui continuare a puntare.
Da quand’è all’Inter, Barella è sempre stato accostato a questa o a quella squadra inglese, e non solo. Ed è naturale, dato che si è dimostrato un centrocampista completo e di grande personalità. E non c’è dubbio che, per caratteristiche atletiche e tecniche, il sardo sembrerebbe perfetto per il calcio britannico. Anche per questo, la stampa sportiva ha più volte ipotizzato che la sua permanenza all’Inter potesse essere a rischio.
Le grandi offerte sono arrivate, e l’Inter ha sempre resistito. Il giocatore, da parte sua, non ha mai mostrato la volontà di considerare nuove opportunità. Lo stesso è accaduto per Bastoni e Dimarco. Perché allora tanta enfasi sempre e soprattutto sul possibile futuro del centrocampista? C’è il fatto che Nicolò Barella è un profilo più appariscente: piace molto in Inghilterra e in Spagna, intriga gli allenatori, affascina gli addetti ai lavori e galvanizza il pubblico.
Oaktree, di certo, non si svenerà per acquisti fuori programma. Il fondo punta a guadagnare. Ma per farlo sa che bisogna innanzitutto tenere alta la competitività. Svendere oppure cedere senza troppa resistenza i giocatori forti non avrebbe alcun senso.
Sembra che il fondo non abbia poi in programma di rivendere l’Inter nell’immediato. Primo, perché non dovrebbe esserci il tanto chiacchierato compratore pronto a rilevare il club. E secondo, perché il fondo vorrebbe far crescere il prezzo dell’asset: preferisce trattare l’Inter come un investimento. La dirigenza, comunque, è pronta a tutto. Dopo aver ceduto e sostituito Hakimi, Lukaku, Brozovic, Onana, Marotta e Ausilio hanno le spalle molto larghe…
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