Il bond attivo da 415 milioni preoccupa gli interisti. Ecco come si comporterà Oaktree con l’impegno finanziario ereditato da Zhang
Concluso il campionato, all’Inter si parla già di rinnovi, di mercato e di altri argomenti accessori come comunicazioni fatte o non fatte alla FIGC, rimborso a Zhang e stadio di proprietà. Questioni importanti, ma anche apparentemente marginali rispetto a un altro aspetto fondamentale della gestione finanziaria del club. Parliamo dell’enorme buco creatosi nelle casse del club, anno dopo anno, per finanziare il mercato.
Da tempo l’Inter ha smesso di spendere senza criterio per gli acquisti. Dopo le acquisizione assai spavalde dell’Inter di Mancini, del Triplete e della prima era Zhang (Nainggolan, Lazaro, Lukaku), la società ha dovuto affrontare la gravosa eredità dei debiti contratti al fine di inseguire l’ideale dell’auto-sostentamento a lungo termine promosso dal Fair Play Finanziario.
E oggi anche la nuova proprietà deve avere a che fare con un bond da 415 milioni. Il bond è in economia un titolo di debito emesso da una società (ma anche da un Governo) per raccogliere fondi utili a finanziare le proprie attività o coprire delle perdite. Anche Zhang è ricorso al meccanismo. Nel 2022, ha emesso un bond da 415 milioni di euro con scadenza nel 2027.
Sappiamo che questo bond è quotato in Lussemburgo e ha un tasso d’interesse del 6,75%. Si è scelto di provare la strada dell’obbligazione per rifinanziare le spese del club nerazzurro rispetto alla precedente scadenza, che era fissata per il 31 dicembre 2022.
Oaktree e il problema del bond da 415 milioni di euro
Un bond per ripagare un vecchio bond fatto per ripagare un bond ancora più vecchio, quindi. L’obbligazione precedente, erogata nel 2017, era da 300 milioni, e a sua volta rimborsava un finanziamento da 230 milioni di euro del 2015.
Rispetto al bond emesso da Zhang, contrariamente alle aspettative dei sottoscrittori, sulla base di una clausola di “change of control”, gli obbligazionisti non hanno potuto riscattare il 101% dell’importo dei titoli posseduti più gli interessi maturati. Tutto ciò perché la clausola prevedeva il rimborso del bond da parte dell’Inter verso i propri sottoscrittori soltanto a una condizione.
La condizione chiama in causa Oaktree, perché la clausola parlava di rimborso soltanto se entro novanta giorni dal cambio di proprietà dovessero verificarsi effetti negativi, come il declassamento del rating del club. Ma, a oggi, non solo non si è ancora verificato un declassamento ma pare anche improbabile che possa arrivare una bocciatura da qui a due mesi.
Tutto è possibile. Ma il rating del bond dell’Inter non dovrebbe subire alcun declassamento, così come non lo ha subito l’anno scorso. La decisione dovrà arrivare da Standard and Poor’s e dovrà basarsi sui nuovi contratti di sponsorizzazione firmati negli ultimi mesi dal club nerazzurro.
Cosa ne pensano i sottoscrittori
Dunque l’Inter ha un bond da 415 milioni di euro in scadenza 2027. Oaktree lo sapeva e, verosimilmente, sa già come affrontare la cosa. Per ora, come abbiamo spiegato, si esclude del tutto la possibilità di un rimborso ai sottoscrittori. In nessun caso, infatti ci dovrebbe essere un declassamento del rating entro tre mesi giorni dall’arrivo dei californiani.
Di recente, poi, un’altra agenzia internazionale di valutazione del credito e rating (la Fitch Ratings) ha confermato il rating del bond di Inter Media and Communication S.p.A. con il valore di BB-. Facendo ciò lo ha rimosso da Rating Watch Negative (RWN). L’outlook negativo è sempre presente ed evidente, ma i conti sembrano solidi.
Questa evenienza del rimborso appare inverosimile anche a Berchmans Rivera, Investment Manager di Arcano Partners, che è uno dei sottoscrittori del bond. “Il declassamento è possibile ma non necessariamente probabile, dato che non è cambiato nulla nell’azienda. Siamo soddisfatti del valore dell’obbligazione“, ha detto il manager parlando a Calcio e Finanza.
“La situazione dell’Inter resta fluida”, ha poi aggiunto Rivera, “ma noi obbligazionisti della controllata Inter Media non vediamo il cambio di proprietà del club come una sfida fondamentale per la situazione creditizia. La squadra rimane in una buona posizione e ha un valore finale reale”.