L’ultimo colpo che l’Inter ha fatto in casa del Barcellona è stato Vidal nel 2020, ma un agente ha voluto raccontare un retroscena su un altro affare
Prima di Arturo Vidal, l’Inter aveva preso dal club braugrana anche Rafinha, in presto. Il centrocampista brasiliano giocò in tutto 17 partite e segnò 2 reti ma dimostrò di poter offrire molto alla maglia nerazzurra in termini di qualità e di dinamismo. Purtroppo, per il riscatto, il Barcellona chiese troppo (35 milioni di euro più 3 di bonus) e l’Inter lasciò perdere.
Oggi Rafihna ha trentuno anni e dal 2022, dopo un’annata triste al Barcellona, un prestito deludente al Celta Vigo, due stagioni da dimenticare al PSG e un passaggio incolore alla Real Sociedad, si è trasferito negli Emirati Arabi, per giocare nell’Al-Arabi.
Ma quando si parla di brasiliani e di affari conclusi fra Barcellona e Inter, è un altro il nome che viene subito in mente. E non potrebbe essere altrimenti. Ne ha parlato di recente Giovanni Branchini, agente storico del calcio italiano che ha legato la sua carriera a un colpo in particolare: quello che ha portato Ronaldo dal Barcellona all’Inter nell’estate del 1997.
Intervenuto nel corso del panel organizzato da Tuttosport per il Golden Boy, Branchini è voluto tornare su una storia raccontata già varie volte, ma aggiungendo alcuni dettagli inediti. Ed è così che si è tornati a ragionare sulla trattativa che fece arrivare Ronaldo in nerazzurro.
“Quell’operazione fece indubbiamente epoca“, ha dichiarato con orgoglio Branchini. “Prima di Ronaldo all’Inter il calcio aveva una dimensione più umana, non c’era ancora la popolarità che circonda ora i giocatori. Il clamore che fece il trasferimento di Ronie fu l’antipasto della mediaticità di oggi“. Ed è vero: il Fenomeno fu la prima grande vera stella globale del calcio, il campione che tutti riconoscevano come eroe.
Il suo arrivo ebbe maggiore impatto mediatico anche rispetto di quello di Maradona a Napoli. Con l’argentino a festeggiare furono i tifosi del club azzurro. Per Ronaldo si bloccò un’intera città. Il brasiliano fu presentato davanti a più di quattromila tifosi nerazzurro alla Pinetina e c’erano giornalisti ovunque. E tutto il mondo puntò poi gli occhi sul suo debutto avvenuto il 27 luglio durante la partita pre-campionato contro il Manchester United.
Moratti lo seguiva da tempo, ma riuscì a portarlo a Milano solo a fine giugno 1997, pochi giorni dopo che l’attaccante aveva trovato un accordo per rinnovare il proprio contratto col Barcellona. L’Inter versò l’intera clausola rescissoria pari a 48 miliardi di lire e aggiunse un indennizzo di 3 miliardi (così come stabilito dalla FIFA).
Il Barcellona pensava di averlo blindato, tanto che Josep Lluis Nunez se ne andava in giro dicendo che Ronaldo avrebbe giocato in Catalogna per tutta la vita. Poi, all’improvviso, lo stesso presidente parlò con la stampa ammettendo che era tutto finito e che Ronaldo sarebbe andato via.
“Il Barça non mantenne la parola sul rinnovo e per quello Ronaldo decise di andare via“, ha raccontato Branchini. “Eravamo a casa dell’allora presidente Nunez e avevano trovato l’accordo per il rinnovo. Peccato che dopo pranzo le cifre pattuite erano state cambiate e scritte diversamente sui contratti…”
L’agente ha dichiarato che sia lui che Ronaldo si sentirono raggirati, presi in giro. Ci fu una chiara mancanza di rispetto da parte del Barcellona. “Allora andammo via. Ronaldo era un ragazzo di un’intelligenza e correttezza incredibile. Non ha mai fatto scelte di comodo in tutta la sua carriera, che è sempre stata lineare“.
“Ci tengo a sottolineare come il Fenomeno non sia mai stato coinvolto in alcun scandalo fiscale”, ha continuato l’agente. “Cosa tutt’altro che facile per i giocatori che passano dalla Spagna“.
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