Marotta non avrebbe mai accettato il ruolo da presidente-traghettatore: l’indizio svela qualcosa sui piani di Oaktree
Che cosa cambia per l’Inter con Beppe Marotta presidente? Da un punto di vista pratico, dovrebbe cambiar poco. In assenza di Zhang, Marotta si è sempre preoccupato del ruolo di principale rappresentate a livello istituzionale del club. A livello commerciale, ha sempre guidato da leader la squadra della dirigenza, collaborando da pari grado con Antonello (che continuerà a essere CEO con delega ai conti).
Per quanto riguarda le deleghe sportive, dovrebbero rimanere comunque ben salde nelle mani di Marotta, che da presidente dovrà gestire un CdA in cui ci sarà una presenza più massiccia di uomini in quota Oaktree (si passa da due a sette). In pratica, Marotta potrebbe anche continuare a svolgere la sua vecchia carica, dando qualche delega in più ad Ausilio.
E in teoria l’Inter non dovrà più attendere ogni volta l’ok di un presidente lontano per chiudere un rinnovo, un acquisto o una cessione. C’è anche un altro dato positivo. Marotta presidente sembra una conferma dell’intenzione di Oaktree di lavorare all’Inter sul medio periodo, evitando di cedere subito.
Marotta presidente-traghettatore: le due ipotesi
Giorni fa proprio Marotta si era lasciato scappare che la sua intenzione di lasciare il calcio nel 2027 per dedicarsi ad altro poteva essere rivista. Sapeva forse già qualcosa sul progetto di Oaktree di elevarlo alla presidenza del club?
Di base, sembra strano che uno come Marotta possa aver accettato un ruolo così importante e impegnativo già sapendo che presto potrebbe esserci un cambio di proprietà e una rivoluzione in società, con tante teste che cadono e poi rotolano lontano da viale della Liberazione.
Più verosimilmente, il fondo americano ha fatto una scelta sensata affidandosi all’uomo forte e che in questi hanno ha saputo guidare con ottimi risultati l’intera società. E dopo un periodo troppo lungo con un presidente fisicamente lontano da Milano, l’Inter ha risolto almeno un problema: Marotta sarà sempre vicino alla squadra.
Ecco perché l’impressione è che Oaktree abbia garantito a Marotta un impegno non breve. In questo senso Beppe Marotta non sarà un semplice traghettatore ma un presidente in grado di poter gestire per almeno un biennio il club.
Il fondo non venderà presto l’Inter: lo ha specificato nel suo comunicato di presentazione e ha già dimostrato di perseguire una politica attenta di valorizzazione dell’investimento con il Caen in Francia (che dovrebbe cedere presto dopo aver gestito per quasi quattro anni).
Impegno lungo o breve
Si potrebbe anche pensare che il fondo californiano ha scelto Marotta proprio per non impegnarsi più del dovuto in un investimento che gestirà senza investire davvero, in attesa solo che arrivi l’offerta giusta. Il sospetto, a voler pensare male (e forse superficialmente) che, qualora avessero un progetto a medio-lungo termine, a Marotta avrebbero preferito come presidente un loro uomo.
Bisogna però capire che Oaktree, pur essendo un fondo speculativo specializzato in acquisto di società in difficoltà, sa come far fruttare i suoi investimenti e che capisce bene l’importanza di valorizzare un asset prima di esporlo sul mercato.
Se vuole guadagnare il massimo dall’Inter, il fondo non cederà subito, ma proverà anche a investire (sulla squadra, sullo stadio…). Quando nel maggio 2021 ha messo gli occhi sull’Inter probabilmente Oaktree non puntava ad acquistare tutte le quote del club. Ma alla fine ha inserito nel finanziamento la famosa clausola per l’escussione. Quindi un progetto almeno teorico c’era, sapendo che Zhang è sempre stato un po’ restio a ripagare i sui debiti.
Tornando a Marotta, chi può dirlo: magari rimarrà presidente anche dopo Oaktree, come garanzia massima di stabilità. Di certo non suona più così verosimile che possa lasciare il calcio nel 2027 così come aveva giurato di voler fare.