Il Presidente dell’Inter esce allo scoperto su un tema che sta a cuore anche alle big europee: “Faccio l’esempio di Barella”
Anche in casa Inter è scattato l’allarme. Marotta non si è nascosto nell’intervista rilasciata a ‘Radio Anch’io lo Sport’ in cui ha anche speso parole importanti per Simone Inzaghi. L’agente del tecnico, Tullio Tinti, è atteso di nuovo in sede per riuscire a trovare una quadra sul rinnovo.
Il Presidente nerazzurro si è soffermato sullo spinoso tema calendario, che l’anno prossimo sarà ancora più ingolfato per via della ‘nuova Champions’ e, soprattutto, del Mondiale per Club: “Le informazioni che abbiamo non sono molto concrete, ma di sicuro questo torneo, che abbiamo accettato benissimo perché motivo di grande orgoglio, rappresenta un sovraffollamento ulteriore dei calendari”.
Marotta è tornato a spingere per la Serie A a 18 squadre: “Ci saranno più match nelle coppe internazionali, ecco perché dico esplicitamente che il campionato italiano andrebbe ridotto a 18. Se da una parte il Mondiale rappresenta una vetrina e un motivo d’orgoglio perché si calca un palcoscenico importante, dall’altra dobbiamo tutelare il lavoro dei ragazzi“.
“I carichi di lavoro non sono più sostenibili per i giocatori – ha sottolineato il Presidente nerazzurro nell’intervista radiofonica – il rischio infortuni è altissimo e la troppa offerta rischia di far calare l’attrattività. Faccio l’esempio di Barella, il quale nel 2022/23 ha giocato ben 52 partite da metà agosto a inizio giugno: il rischio infortuni così è notevole”.
In conclusione Marotta ha spiegato quelle che sono le linee guida del fondo Oaktree, da un mese circa il nuovo proprietario del club, non diverse da quelle del precedente Steven Zhang. “Oggi ci sono dieci proprietà straniere in Serie A, non c’è più il mecenatismo e meno male arrivano capitali stranieri perché altrimenti perderemmo competitività”.
“Chiaramente investitori come Oaktree manifestano la volontà di mantenere continuità e stabilità di gestione con totale trasparenza, ma anche rigidità economico-finanziaria. Mi sembra giusto: no alle spese folli, sì alla valorizzazione dei giovani. Questo deve essere il nostro motto”.
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