Dopo gli esposti, le varie polemiche sul passaggio di quote da Zhang a Oaktree via Lion Rock, ora arriva anche l’interrogazione parlamentare
I tifosi dell’Inter non possono stare un attimo tranquilli. Non che le minacce siano così spaventose: il problema, a questo punto, non è l’intensità ma la frequenza delle sfide mosse ai colori nerazzurri su territori extrasportivi. L’ultimo attacco c’entra poco con l’esposto presentato dalla Fondazione Jdentità Juventina sui conti del club (già caduto nell’oblio) o con l’apertura del fascicolo per le plusvalenze sospette della Roma (l’affare Radja Nainggolan).
Stavolta il giornalismo e la politica attaccano l’Inter per il suo ultimo accordo di sponsorizzazione. Dopo la fine del rapporto con Paramount+, il club nerazzurro ha infatti chiuso un nuovo contratto di sponsorizzazione con un sito di intrattenimento sportivo collegato alla compagnia svedese di betting online: Betsson Group.
Il logo di Betsson Sport campeggerà sul petto della nuova casacca nerazzurra, sotto allo stemma e alla seconda stella. L’Inter ha infatti firmato un contratto di 5 anni con il marchio di 30 milioni a stagione. E la cosa non sta bene a molti. L’altro giorno, per esempio, il giornalista Maurizio Pistocchi è insorto su X dichiarando che la scelta di farsi sponsorizzare da una società di scommesse è in contrasto con l’articolo 9 del Decreto Dignità.
L’articolo citato dal giornalista pone il divieto, in diversi contesti, di pubblicità di giochi o scommesse con vincite in denaro. Una simile disposizione è stata introdotta per nobili fini: le dimensioni del problema della ludopatia in Italia sono preoccupanti. Intanto però tutti continuano a guadagnare per via indiretta dalle compagnie che si occupano di scommesse. Lo fanno le reti pubbliche e private e i grandi servizi di streaming che mandano in onda eventi sportivi.
Il deputato Francesco Silvestri del M5S ha convocato un’interrogazione parlamentare sullo sponsor di maglia dell’Inter. A giudizio del movimento politico, dato che in Italia la pubblicità del gioco azzardo è vietata, ci sarebbe un potenziale conflitto con legge da parte dell’Inter.
In realtà l’Inter, già prima di concludere l’accordo con il nuovo sponsor, ha valutato attentamente i possibili effetti delle disposizioni introdotte del Decreto Dignità. L’Autorità garante delle telecomunicazioni (AGCOM) ha infatti già dato il via libera al club. Il motivo è semplice: l’Inter non sarà sponsorizzata dal servizio di scommesse ma dal sito di informazione sportiva gestito da Betsson.
La posizione del M5S è stata spiegata dal deputato Gaetano Amato, che all’Ansa ha dichiarato che il suo gruppo è attivo da settimane per denunciare la situazione. Per Amato sarebbe sotto gli occhi di tutti la “totale inconciliabilità dell’accordo tra i campioni d’Italia e il colosso del betting con quanto dispone il Decreto Dignità, già ampiamente aggirato in questi anni con la scusa dell’infotainment, ma che vieta espressamente la pubblicità del gioco d’azzardo“.
E dice bene Amato: il Decreto Dignità esiste dal 2018, e in questi anni tantissime squadre, tantissime tv e altre aziende hanno sponsorizzato siti, marchi o società satellite collegate ai servizi di betting. Per esempio sulla maglia del Milan, fino a qualche anno fa, compariva la scritta Bwin. L’Inter, fino alla stagione scorsa, aveva come sponsor secondario LeoVegas.
Betsson è anche official partner del Napoli e di tantissimi altri club. E ha anche contratti con altre società di basket, rugby, pallavolo, pallamano e rugby. Ma il problema, come al solito, è l’Inter. “Nelle prossime settimane farò un’interrogazione parlamentare sulla questione, chiamando in causa il Governo proprio per evitare situazioni di potenziali conflitti. Ora è fondamentale che le autorità competenti verifichino la conformità di tali accordi”, ha scritto su X Francesco Silvestri, che è capogruppo del M5S alla Camera e promotore (a suo tempo) della legge che vieta in Italia di pubblicizzare le scommesse.
In pratica, l’Inter ha potuto firmare l’accordo con Betsson Sport perché il logo utilizzato sulle maglie non fa riferimento direttamente al gioco d’azzardo. In base a ciò, nonostante le controversie, l’accordo Inter-Betsson non viola il Decreto Dignità secondo l’interpretazione corrente.
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